Gas killer Tragedia sul lavoro a Palermo, 5 operai morti soffocati in una fogna

SDA

7.5.2024 - 09:57

I cinque uomini erano impegnati in lavori di manutenzione della rete fognaria in un paese della zona. A ucciderli sono state le esalazioni d’idrogeno solforato. Una sesta persona è ricoverata in gravi condizioni in ospedale.

Vigili del fuoco, personale medico e investigatori lavorano sul luogo di un incidente sul lavoro a Casteldaccia, vicino a Palermo, (Sicilia), il 06 maggio 2024. Cinque uomini sono morti mentre eseguivano lavori nella fognatura a Casteldaccia, e un sesto è gravemente ferito, dopo aver inalato fumi tossici.
Vigili del fuoco, personale medico e investigatori lavorano sul luogo di un incidente sul lavoro a Casteldaccia, vicino a Palermo, (Sicilia), il 06 maggio 2024. Cinque uomini sono morti mentre eseguivano lavori nella fognatura a Casteldaccia, e un sesto è gravemente ferito, dopo aver inalato fumi tossici.
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7.5.2024 - 09:57

Sollevando un tombino lungo la statale 113 che collega Casteldaccia a Palermo, una strada larga appena una decina di metri con villette su entrambi i lati, tre operai si sono calati all'interno del locale della fogna, profondo circa 5 metri, per lavori di manutenzione per conto della ditta Quadrifoglio Srl, che aveva vinto l'appalto dell'Amap, l'azienda municipalizzata di Palermo.

Ma subito dopo avere fatto i primi scalini, con la pompa ancora in mano, i tre si sono sentiti male perdendo i sensi. Non sentendoli, altri due colleghi, sempre scendendo dal tombino, hanno raggiunto il solaio in cemento per capire cosa stesse succedendo, ma anche loro sono rimasti intrappolati: l'idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito, li ha storditi subito.

Un sesto operaio che si trovava all'esterno s'è precipitato per soccorrerli ma subito dopo avere inalato il gas killer è riuscito a risalire in superficie, salvandosi, anche se le sue condizioni sono gravi, ed è ricoverato al Policlinico di Palermo.

Mattarella: «L'ennesima inaccettabile strage sul lavoro»

È il drammatico bilancio dell'ennesimo incidente sul lavoro, avvenuto ad appena cinque giorni dal primo maggio e dal discorso del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. È proprio il Capo dello Stato, da New York, auspica «che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell'incidente».

«Ma l'ennesima inaccettabile strage sul lavoro – dice Mattarella – deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte».

Intervengono i sommozzatori

I vigili del fuoco, che sono intervenuti con tre squadre più alcuni volontari dopo la chiamata al 112 arrivata alle 13.48, hanno recuperato i cinque corpi degli operai con l'ausilio della squadra dei sommozzatori che si sono immersi nella melma della vasca, di circa 80 centimetri.

«Ci sono indagini in corso, posso dire solo che gli operai non avevano le maschere di protezione e quando li abbiamo recuperati erano già deceduti nonostante i tentativi del personale sanitario di rianimarli», ha detto ai cronisti il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio Fiandre.

Aperta un'indagine

Dopo avere raggiunto il luogo della strage, Ambrogio Cartosio, a capo della Procura di Termini Imerese, ha aperto una inchiesta affidando le indagini alla polizia che ha interrogato il direttore dei lavori e il responsabile per la sicurezza dell'Amap, l'azienda appaltatrice.

Gli inquirenti stanno acquisendo altri elementi nella sede della Quadrifoglio, a Partinico, e stanno sentendo diversi testimoni.

Gli inquirenti stanno indagando ad ampio spettro sulla dinamica e stanno raccogliendo le testimonianze anche dei quattro operai scampati alla strage.

Perché non avevano i dispositivi di protezione?

I vigili del fuoco italiani hanno escluso l'ipotesi del cedimento strutturale del solaio, che era stata indicata da alcuni dirigenti della Cgil che si sono precipitati a Casteldaccia.

Dopo avere visto alcuni dei cadaveri, Nuccia Albano, assessore al Lavoro in Sicilia ma soprattutto con una lunga esperienza di medico legale alle spalle, non aveva fatto trapelare dubbi: «ho visto i volti dei poveri operai, avevano un colore che mi ha fatto pensare a una intossicazione».

Rimane una grande punto interrogativo. Perché operai considerati esperti si sarebbero calati nella vasca senza mascherina e dispositivi di protezione?

«È una cosa assurda, l'odore era tale che non è comprensibile perché non si siano protetti», commenta il presidente dell'Amap Alessandro Di Martino, che si è subito recato a Casteldaccia.

SDA