Sessione invernale Riforma delle pensioni ancora al centro dei dibattiti

cp, ats

26.11.2021 - 10:37

La sala del Consiglio nazionale.
La sala del Consiglio nazionale.
Keystone

A partire da lunedì 29 novembre e fino al 17 di dicembre, i parlamentari federali saranno occupati, nell'ambito della sessione invernale delle Camere, con temi corposi come la riforma del II pilastro e dell'AVS, cui si aggiunge il preventivo 2022 della Confederazione.

26.11.2021 - 10:37

A livello istituzionale, il parlamento dovrà eleggere il nuovo presidente della Confederazione al posto di Guy Parmelin: l'anno prossimo quest'onore, o onere, toccherà al ministro degli esteri ticinese Ignazio Cassis (PLR). Le due Camere sono anche chiamate ad eleggere i rispettivi presidenti: Irene Kälin (Verdi/AG) al Consiglio nazionale e Thomas Hefti (PLR/GL) al Consiglio degli Stati.

Preventivo 2022

Già martedì, come tradizione, il Parlamento incomincerà l'esame del preventivo 2022. Il Consiglio federale prevede 80,7 miliardi di franchi di uscite a fronte di 78,6 miliardi di entrate. Parallelamente sta pianificando uscite straordinarie per 925 milioni per contrastare le ripercussioni della pandemia di coronavirus, somma destinata principalmente all'acquisto di vaccini e alla copertura delle perdite generate dalla fideiussioni sui crediti concessi alle imprese per far fronte alla crisi.

Sempre nell'ambito del bilancio, il Partito socialista cercherà, mediante una mozione di Eric Nussbaumer (PS/BL), di raddoppiare (circa 2 miliardi) il contributo di coesione destinato ai Paesi dell'est europeo quale gesto di buona volontà nei confronti dell'Ue per ottenere lo sblocco dei negoziati sulla partecipazione elvetica – a pieno titolo – ai programmi di ricerca europei (Orizzonte e Erasmus+). Nonostante la raccomandazione favorevole della commissione di politica estera, difficilmente il Parlamento si lascerà convincere.

Previdenza professionale

I temi principali che terranno occupati i parlamentari sono la riforma della previdenza professionale (LPP), tema che sarà affrontato dal Nazionale. Dopo il rifiuto popolare della riforma dell'AVS e del secondo pilastro nel 2017, il Consiglio federale ha deciso di tornare alla carica con due progetti separati.

La riforma della LPP è stata elaborata assieme ai datori di lavoro e ai sindacati. Il modello governativo contempla la riduzione del tasso minimo di conversione dal 6,8 al 6% non appena la riforma entrerà in vigore. Per attutire il calo delle rendite, sono previsti alcuni correttivi, elementi che daranno filo da torcere ai deputati.

Una maggioranza della commissione preparatoria propone un modello diverso da quello del governo. La destra vuole evitare come la peste che s'imponga il principio più generoso, mentre la sinistra si batterà per la soluzione escogitata dall'esecutivo assieme ai partner sociali.

AVS

Le due Camere cercheranno di appianare le differenze che le oppongono in merito alla riforma dell'AVS. Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Nazionale ha approvato l'idea nel giugno scorso di parificare l'età di pensionamento delle donne a quella degli uomini, portandola da 64 anni a 65. La sinistra, piccata per questa decisione, ha già annunciato il referendum.

A parte questo, rimangono divergenze di peso tra i due rami del Parlamento, in particolare su come compensare le pensioni delle donne penalizzate dall'innalzamento, a tappe, dell'età pensionabile. Il Consiglio degli Stati vorrebbe dare loro qualcosa di più. Rimane sul tappeto anche la possibilità di un intervento «cuscinetto» della Banca Nazionale Svizzera a sostegno dell'AVS.

Profili DNA

Altri temi, che dividono ancora le camere, potrebbero essere liquidati già nel corso della sessione invernale: l'uso dei profili DNA dei sospetti da parte della polizia, le remunerazioni dei manager delle aziende parastatali (che si vorrebbero limitare ad un milione di franchi al massimo), il referendum obbligatorio per alcuni trattati internazionali e il finanziamento dei grandi impianti sportivi.

Covid-19

Il tema Covid-19 non è sparito dal radar dei parlamentari che dovranno decidere se estendere o meno i provvedimenti per mitigare le conseguenze a livello economico e sociale della pandemia. La maggior parte delle disposizioni nei settori della salute, della protezione del lavoro, dello sport e della cultura scadono infatti alla fine di quest'anno.

Il certificato Covid, sul quale si voterà domenica 28 di novembre, non fa parte dell'agenda dei lavori. Tuttavia, il legislativo verrà sollecitato dall'UDC con diversi interventi parlamentari affinché il consiglio federale decreti la fine della situazione «particolare» in Svizzera secondo quanto prevede la legge sulle epidemie. Il Parlamento non dovrebbe lasciarsi irretire da queste richieste.

Allevamento e OGM

Il Consiglio nazionale prenderà anche posizione sull'iniziativa popolare «No all'allevamento intensivo in Svizzera», che vuole sancire nella costituzione il concetto di dignità degli animali nel settore agricolo. A tale riguardo il Consiglio federale ha elaborato un controprogetto.

La Camera dei Cantoni, sul solco del Nazionale, dovrebbe inoltre prorogare l'attuale moratoria sull'uso degli OGM in agricoltura per altri quattro anni.

Tema indefettibile in quasi tutte le sessioni, gli Stati dovranno occuparsi nuovamente dei costi sanitari: tra le misure per frenarne l'aumento, figura il sistema dei prezzi di riferimento per i farmaci generici. La Camera del popolo ha già espresso il suo disaccordo su questo punto. I «senatori» dovrebbero adeguarsi.

Le due Camere discuteranno anche di tutta una serie di temi d'attualità: la transizione energetica, la moratoria sul 5G, gli attacchi informatici, il cibo spazzatura, il congedo paternità per tutte le coppie.

Cassis «for president»

Seguendo il sistema ormai rodato dell'elezione a turno del presidente della Confederazione, per un anno, l'8 dicembre l'Assemblea federale dovrebbe eleggere Ignazio Cassis a questa carica, una mansione di mera rappresentanza che conferisce a chi la riveste un unico potere: determinare l'agenda dei lavori in senso al governo.

Tuttavia, essendo Cassis anche responsabile della diplomazia elvetica, tale carica potrebbe assumere maggiore importanza l'anno prossimo alla luce delle relazioni tese tra la Svizzera e l'Ue. Cassis è attualmente impegnato a rimettere assieme i cocci di un rapporto incrinatosi dopo la decisione unilaterale del Consiglio federale di non firmare l'accordo istituzionale con Bruxelles.

cp, ats