Relazioni internazionali Belgrado: «vogliamo la Ue ma non rompiamo con Russia e Cina»

SDA

5.9.2024 - 18:31

Aleksandar Vucic non vuole chiudere la porta alla Russa.
Aleksandar Vucic non vuole chiudere la porta alla Russa.
Keystone

La Serbia è convintamente avviata sulla strada dell'integrazione nella Ue, ma è un paese sovrano e indipendente che prende da sola le sue decisioni.

Keystone-SDA

E che, nonostante la sua volontà di aderire all'Unione europea, non intende interrompere i suoi tradizionali rapporti di amicizia con stati quali Russia e Cina.

A ribadirlo sono stati il presidente Aleksandar Vucic e il premier Milos Vucevic all'indomani dell'incontro avuto ieri a Vladivostok dal vicepremier serbo Aleksandar Vulin con il presidente russo Vladimir Putin, un incontro criticato oggi dalla Ue.

«La Serbia ha la sua politica, da 12 anni sento prediche e lezioni sul fatto che noi saremmo come in un limbo, né in cielo né in terra, ma la nostra è una politica realistica, seria e di rispetto della sovranità nella sfera decisionale», ha osservato Vucic citato dai media.

Gli ha fatto eco il premier Vucevic, per il quale la Ue resta «l'obiettivo strategico» della Serbia, anche se ciò «non significa tagliare tutti i ponti e non parlare più con nessuno». E con riferimento all'invito di Putin a Vucic a partecipare al vertice Brics in programma a ottobre a Kazan, in Russia, Vucevic ha detto che Brics è una organizzazione in via di rapido sviluppo e che acquista nuova intensità. Per la Serbia, ha affermato, Brics è interessante non come alternativa alla Ue ma per una collaborazione economica e politica poiché i paesi membri di tale organizzazione hanno posizioni coincidenti con quelle della Serbia sotto vari aspetti, in particolare per ciò che concerne l'integrità territoriale.

Ieri il vicepremier Vulin, nel suo incontro con Putin, aveva detto che la Serbia guidata da Vucic «non aderirà alla Nato, non imporrà sanzioni alla Federazione russa e non ospiterà sul suo territorio alcuna attività antirussa». E si era detto orgoglioso che la Serbia sia l'unico Stato in Europa a non aver imposto sanzioni a Mosca e a non aver aderito alla «isteria anti-russa» che domina in Occidente.