Svizzera«Gli affitti aumenteranno ancora, la penuria di alloggi si aggraverà»
hm, ats
11.9.2023 - 14:00
Gli affitti sono destinati ad aumentare ancora e il problema della penuria di alloggi si aggraverà ulteriormente, in un contesto in cui diventare proprietari di casa è ormai peraltro diventato un lusso.
Keystone-SDA, hm, ats
11.09.2023, 14:00
11.09.2023, 14:13
SDA
È il quadro del mercato immobiliare elvetico tracciato da Ursina Kubli, responsabile delle analisi del settore presso Zürcher Kantonalbank (ZKB), la banca cantonale di Zurigo.
«La tendenza delle pigioni continuerà ad essere in crescita», afferma l'esperta in un'intervista pubblicata dal portale Cash. «I costi accessori sono destinati a salire ancora a causa dei maggiori oneri dell'elettricità, mentre il tasso d'interesse di riferimento dovrebbe fare un nuovo balzo verso la fine dell'anno. «Allo stesso tempo, l'offerta di appartamenti in affitto diventerà più scarsa. Prevediamo che gli affitti proposti aumenteranno del 4,0% in Svizzera, con punte del +4,5% nel canton Zurigo».
Gli appartamenti in affitto stanno diventando sempre più rari, soprattutto nelle città: ed è una tendenza di lungo termine, mette in guardia la 44enne. «E quanto più scarsi sono gli alloggi in affitto, tanto meno è probabile che le persone cambino casa: il che aumenta la discrepanza tra le persone in cerca di un alloggio e gli inquilini esistenti».
La penuria di alloggi peggiorerà
«Il problema della carenza di abitazioni si accentuerà quindi ancora di più nei prossimi anni», prosegue Kubli. «Gli appartamenti nuovi che vengono immessi sul mercato sono semplicemente troppo pochi». Le abitazioni vuote ci sono: ma non sono di grande aiuto se si trovano lontano dai centri, ad esempio nel canton Giura.
«La vicinanza al mercato del lavoro rimane importante. E guardando al futuro: per far funzionare il mercato immobiliare, domanda e offerta devono avere la stessa dinamica. Al momento non è così: la popolazione è in forte crescita e l'attività edilizia è in calo. Il numero di appartamenti sfitti continuerà a diminuire anno dopo anno».
«L'attività edilizia non è scesa a causa dell'aumento dei tassi di interesse, ma già prima», spiega l'economista. «In base ai permessi di costruzione il picco è stato raggiunto nel 2019. Anche in tempi di tassi di interesse negativi e della relativa emergenza investimenti, quando tutti erano affamati di immobili, l'attività è diminuita. Da un lato, questo sviluppo è dovuto ai tassi di sfitto più elevati dell'epoca – in alcune regioni, la costruzione ha superato la domanda – e dall'altro, la densificazione non sta procedendo come dovrebbe».
«La proprietà di una casa è un lusso»
Intanto il prezzo delle case e degli appartamenti in proprietà sta aumentando ancora, malgrado l'aumento dei tassi. Kubli si aspetta però ora una stabilizzazione. L'eccesso di domanda si è normalizzato rispetto al boom durante la pandemia: all'epoca per vendere una casa bastava organizzare un unico appuntamento di visite nel fine settimana, ora non è più così, le persone hanno di nuovo visite individuali».
Secondo la specialista si tratta di uno sviluppo salutare. «Prima il mercato era surriscaldato e questo era frustrante per tutti coloro che cercavano casa. Ora si ha di nuovo il tempo di occuparsi a fondo dell'oggetto di acquisto».
Resta il fatto che possedere le proprie quattro mura è ormai fuori portata per molti. «La proprietà di una casa è un lusso. Non solo è necessario il reddito necessario, ma serve anche un corrispondente patrimonio. I prezzi sono aumentati così tanto in passato – di una media di 50'000 franchi all'anno – che gli sforzi di risparmio non sono praticamente sufficienti per realizzare il sogno di una casa di proprietà. Secondo uno studio del 2019 della ZKB solo il 10% degli inquilini disponeva del reddito e del patrimonio necessari per realizzare il sogno di possedere una casa di proprietà».
Nel frattempo i tassi delle ipoteche fisse a 10 anni dovrebbero avere raggiunto il loro picco. «Si può già notare il movimento laterale: tuttavia al momento non ci sono segnali che facciano pensare a un rapido calo», osserva l'esperta. Inoltre un ritorno alla fase dei tassi di interesse negativi è molto improbabile, conclude.