Costo dell'alloggio Jacqueline Badran: «Affitti sempre più cari? Non perché non si costruisce abbastanza»

hm, ats

15.4.2024 - 12:01

Jacqueline Badran è da anni impegnata sul fronte degli affitti.
Jacqueline Badran è da anni impegnata sul fronte degli affitti.
Keystone

Affitti sempre più cari perché l'attività edilizia arranca in Svizzera? Non è vero, le pigioni sono salite anche quando si costruiva moltissimo, l'evoluzione in atto ha a che fare con logiche d'investimento – anche di attori stranieri – legate ai tassi d'interesse.

Keystone-SDA, hm, ats

Lo sostiene Jacqueline Badran, esperta del tema, imprenditrice e consigliera nazionale (PS/ZH), personalità che alle ultime elezioni federali ha ottenuto più voti in Svizzera, un primato che in passato spettava regolarmente a esponenti UDC.

L'espressione carenza di abitazioni «è sbagliata in tutto e per tutto», afferma la 62enne in un'intervista pubblicata oggi dal portale Watson.

«Si investe sempre meno nella terra»

«Suggerisce che in Svizzera ci siano solo troppo pochi appartamenti. Ergo, l'industria edilizia deve semplicemente costruire di più e il problema è risolto. Non ho nulla in contrario a costruire di più: ma di certo questo non risolve il problema».

«Tra il 2008 e il 2020 si è costruito a dismisura e il tasso di sfitto è raddoppiato, raggiungendo il secondo livello più alto di sempre. Gli affitti sono diminuiti? No. Sono aumentati in modo massiccio, anche se sarebbero dovuti scendere anche solo per via dei bassi tassi di interesse», argomenta la specialista con due lauree, una in biologia all'università di Zurigo e una in economia all'ateneo di San Gallo.

«Il tasso di sfitto ha quindi sempre mostrato solo una cosa: dove ci sono molti posti di lavoro c'è un eccesso di domanda di spazi abitativi, cioè soprattutto nelle città. Zurigo ha sempre avuto un tasso di sfitto inferiore a 1%».

«Il settore immobiliare considera i nostri terreni e le nostre abitazioni come una classe di attivi, cioè come le azioni o le obbligazioni: e queste dipendono dai tassi di interesse», osserva la direttrice di un'azienda da lei fondata nel 2000 e oggi con 34 dipendenti attiva nella creazione di prodotti digitali.

«Visto che i tassi di interesse sono aumentati nel 2020, altre classi di attivi sono tornate a essere molto più redditizie. Quindi si investe meno nella terra. Investire è comunque la parola sbagliata: suggerisce che si sta ancora generando un qualche tipo di valore da soli, ma non è questo che fanno coloro che acquistano immobili esistenti».

«Gli uffici per le autorizzazioni sono fortemente carenti di personale»

«Gli investitori – spesso stranieri – parcheggiano i loro soldi sui nostri terreni e scommettono che il valore aumenterà. Dal 2020, con la svolta dei tassi di interesse, il costo del capitale è aumentato, rendendo gli investimenti meno redditizi. Ecco perché l'attività edilizia è in stallo: non ha assolutamente nulla a che fare con le normative edilizie».

Che dire dei ricorsi, spesso citati come sabbia negli ingranaggi della costruzione? «Logicamente, un maggior numero di persone solleva opposizione quando si pianifica una costruzione più densa, perché i progetti edilizi interessano sempre più gente», afferma Badran.

«Gli uffici per le autorizzazioni sono fortemente carenti di personale. Come ho già detto, fino al 2020 si è costruito come matti, gli organici dovrebbero essere ampliati. Ma naturalmente i rappresentanti dell'industria immobiliare preferisce parlare di carenza di alloggi e di obiezioni discutibili che ostacolano la loro attività edilizia. Perché vogliono costruire di più e più facilmente per generare reddito più rapidamente.»

«Quanto più lungo è il processo di autorizzazione e costruzione, tanto più a lungo il loro denaro è vincolato in un unico luogo».

«Siamo in un classico mercato che fissa i prezzi»

«La logica della 'domanda che determina il prezzo' può funzionare per le scarpe da ginnastica, ma non per la proprietà del terreno, che è un un bene finito, e certamente non per le abitazioni. Se le scarpe da ginnastica sono troppo costose, non le compro.»

«Non funziona così con lo spazio abitativo: non posso non vivere», osserva l'imprenditrice che nel novembre 2001 a Bassersdorf (ZH) sopravvisse al crash di un velivolo Crossair costato la vita a 24 persone.

«Siamo in un classico mercato che fissa i prezzi», sostiene. «L'industria immobiliare può sempre imporre affitti tanto alti quanto la capacità di pagare delle persone. A meno che il legislatore non dica: no, non potete farlo.»

«Questo è il caso della Svizzera: secondo la nostra legge, gli affitti devono essere in linea con i costi reali e sono legati al tasso ipotecario. Ai locatori è consentito solo un rendimento limitato per legge, pari al 2% in più del tasso di interesse di riferimento. Ma questo non viene rispettato. La situazione è illegale. Questo è ciò che intendo per crisi sistemica».

Quale futuro?

All'orizzonte vi sono anche dei peggioramenti normativi per gli inquilini. Badran accusa anche i parlamentari di centro-destra di aver volutamente diviso queste novità in quattro parti distinte, costringendo così la controparte a lanciare quattro diversi referendum.

A questo proposito la deputata di lunga data (siede al Nazionale dal 2011, dopo essere stata membro del consiglio comunale di Zurigo fra il 2002 e il 2011) non esita a parlare di Schweinerei, cioè di porcheria.

«In tutti i miei anni di attività politica, non ho mai assistito a una simile porcheria: è una sfacciataggine nei confronti dello stato di diritto della democrazia e, per quanto ne so, è la prima volta che succede».

Secondo la vicepresidente del PS svizzero – nota per le sue posizioni profilate e per la sua concretezza, aspetti che le hanno portato attestazioni di stima anche da numerosi avversari politici a destra dello scacchiere politico, nonché voti di elettori che non fanno capo alla sua aerea di riferimento – parlamento e il Consiglio federale sono controllati dal settore immobiliare.

«Solo i cittadini votanti possono correggere questa situazione».

I punti di Parmelin «non sono una novità»

Ma il consigliere federale Guy Parmelin – fa presente l'intervistatrice di Watson – la settimana scorsa ha presentato quelle che ha descritto come quattro misure mirate per frenare gli affitti.

«Queste non sono misure! Sono una cosa ovvia, si limitano a specificare e adattare la legge esistente», risponde Badran.

«Accolgo con favore tutti questi punti, ma non sono una novità. Gli affitti difficilmente diminuiranno in modo sensibile. Se siamo fortunati, di 10 franchi. Se questo è tutto ciò che viene fatto per gli inquilini di questo paese, devo dire che la politica abitativa del Consiglio federale è una grande delusione», conclude la deputata.