Commercio mondiale Ambasciatore svizzero presiederà organo più elevato WTO

mp, ats

25.2.2022 - 09:58

Importante nomina per l'ambasciatore svizzero presso l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), Didier Chambovey
Importante nomina per l'ambasciatore svizzero presso l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), Didier Chambovey
Keystone

L'ambasciatore svizzero presso l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), Didier Chambovey, rivestirà un ruolo importante quest'anno. È stato infatti designato dai 164 Stati membri quale presidente del Consiglio generale, l'organo più elevato dell'istituzione.

Keystone-SDA, mp, ats

Lo ha annunciato ieri sera la stessa WTO. Chambovey era già alla testa di un altro importante organo in seno all'organizzazione, quello che si occupa della composizione delle liti, ovvero di convalidare l'apertura di cause e le sentenze emesse.

Quest'anno numerose sfide attenderanno l'ambasciatore svizzero in veste di presidente del Consiglio generale. Una conferenza ministeriale si terrà in giugno a Ginevra, diversi anni dopo la precedente. Assieme ad altri membri, la Svizzera subisce da oltre un anno le pressioni di numerosi Paesi, organizzazioni internazionali, ONG e sindacati che chiedono la revoca provvisoria dei brevetti sulle tecnologie contro il coronavirus.

Un approccio a cui Berna si oppone fermamente, preferendo delle licenze volontarie. A suo avviso, occorre estendere le capacità produttive dei Paesi in via di sviluppo per accelerare la produzione e la distribuzione delle dosi nel mondo.

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e altri attori internazionali hanno risposto lanciando un centro di trasferimento di tecnologie in Africa. Tuttavia, hanno sostenuto che eventuali vaccini africani potrebbero essere fabbricati più rapidamente con una revoca provvisoria dei brevetti.

Riunione importante a Ginevra

La 12esima Conferenza ministeriale del WTO, rinviata a diverse riprese a causa della pandemia, sarà un appuntamento importante per l'organizzazione con sede a Ginevra. Oltre a un accordo generale sulle risposte da dare alla pandemia, la direttrice generale Ngozi Okonjo-Iweala auspica di raggiungere un consenso sulle sovvenzioni alla pesca.

In questo ambito, gli Stati cercano una soluzione dopo oltre 20 anni di negoziati sui sussidi, stimati fino a 54 miliardi di dollari annui. L'obiettivo è di vietare quelli per una nave che effettua una pesca illegale, non dichiarata o non regolamentata. Ma anche di proibire le sovvenzioni per la pesca eccessiva in zone già troppo utilizzate.

Stando all'ONU, il 90% degli stock marini è sfruttato o sfruttato eccessivamente. Un terzo delle catture è legato alla pesca eccessiva. Gli Stati ricchi non vogliono che la Cina possa basarsi su eccezioni a causa del suo statuto di Paese in via di sviluppo autodichiarato.

In un progetto d'accordo, sono previste esenzioni per i Paesi poveri e in via di sviluppo con un volume di pesca poco elevato, oltre a misure per limitare il ricorso al lavoro forzato, al fine di soddisfare un po' tutti. Ma alcuni Stati in via di sviluppo ritengono che il progetto sia troppo favorevole ai Paesi ricchi.