Investimenti finanziari Anno 2020 di tutto rispetto per la borsa svizzera, viste premesse

hm, ats

23.12.2020 - 12:01

Non è certamente stato un anno negativo, considerato quanto è successo nel mondo.
Non è certamente stato un anno negativo, considerato quanto è successo nel mondo.
Keystone

Nel 2020 la borsa svizzera ha registrato una performance che viene considerata di tutto rispetto, vista la tempesta provocata dalla crisi del coronavirus.

Poco prima di Natale i listini appaiono quasi sullo stesso livello (-2%) di un anno fa, un'evoluzione da ritenersi buona nel confronto europeo.

Dopo un debole 2018, con una flessione di oltre il 10%, e un fantastico 2019, con la crescita di circa il 25%, l'anno che sta per concludersi si presenta a metà strada. Ciò che in tempi normali avrebbe suscitato ben poco interesse può essere accolto come una sorpresa positiva, in un periodo caratterizzato da una pandemia che ha dettato i ritmi alla società, alla politica e all'economia.

L'andamento laterale – così viene descritto dagli analisti, sulla base dei grafici – nel suo complesso non deve far dimenticare che i mercati azionari sono stati molto attivi e che la volatilità è stata parecchio elevata. Quando i pericoli del Covid-19 si sono manifestati a metà febbraio lo Swiss Market Index (SMI), il principale indice svizzero, è crollato di quasi un terzo, passando nell'arco di quattro settimane da un massimo di 11'270 punti per l'anno in corso a un minimo di 7'650 a metà marzo.

Il recupero non è stato velocissimo, ma nemmeno lento: all'inizio di giugno è stata riconquistata quota 10'000 punti, in seguito l'SMI è salito sino a oltre 10'500. La seconda ondata dell'epidemia ha poi portato un'altra battuta d'arresto, da metà settembre a fine ottobre. Da quel momento in poi però la prospettiva dell'imminente diffusione dei vaccini ha stimolato la fiducia degli investitori.

Oggi, nella sua ultima seduta prima di Natale, l'SMI si trova a circa 10'400 punti, con un arretramento di 2 punti percentuali rispetto a inizio anno. Il dato rettificato tenendo conto dei dividendi registra addirittura un piccolo aumento. Anche lo Swiss Performance Index (SPI), l'indice allargato, mostra un'evoluzione leggermente positiva.

Nel confronto internazionale l'SMI non sfigura: il DAX tedesco è sugli stessi livelli, mentre chiaramente in rosso sono il Cac 40 francese e – in modo ancora più pronunciato – l'FTSE britannico. Meglio di quello elvetico hanno fatto i mercati di Giappone e Usa: il primo ha guadagnato moderatamente, mentre il secondo è chiaramente aumentato, perlomeno nel suo indice tecnologico Nasdaq.

Le ragioni principali del buon andamento dell'anno borsistico, malgrado il coronavirus, sono due. Da un lato vi sono stati i programmi di aiuto economico attivati dai governi di tutto il mondo, che hanno sostenuto le aziende afflitte da interruzioni della produzione e delle consegne, salvando così molti posti di lavoro e i consumi. Dall'altro lato hanno agito le banche centrali, che hanno mantenuto – o addirittura ampliato ulteriormente – la loro politica monetaria già molto espansiva. Ancora più che negli anni precedenti, per gli investitori il motto è quindi stato: «cos'altro, se non le azioni?».

Sul fronte politico, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti hanno messo in ombra tutto il resto. Le schermaglie in vista del voto e gli umori di Donald Trump hanno tenuto gli operatori del mercato sulle spine e hanno ripetutamente fatto oscillare i prezzi in una direzione o nell'altra. Tirate le somme però non hanno avuto un impatto significativo sui corsi.

In termini economici, gli esperti sono in gran parte d'accordo sul fatto che la forte contrazione congiunturale globale di quest'anno sarà seguita da una marcata ripresa nel 2021. Gli specialisti sono invece meno unanimi nel prevedere quanto tempo ci vorrà per tornare ai livelli pre-crisi. Per l'industria dei viaggi, e soprattutto per il settore delle compagnie aeree, la strada del rilancio sarà probabilmente lunga e difficile, come è anche emerso sulla scia delle recenti restrizioni di viaggio in relazione a una mutazione del virus.

Tra i 30 titoli più importanti del borsa elvetica (comparto SMI/SLI) spiccano due società, Logitech (+80%) e Lonza (+60%), che hanno ampiamente approfittato della crisi. In qualità di fornitore di periferiche per computer, Logitech è stata spinta dalla tendenza del telelavoro, mentre Lonza ha beneficiato del suo orientamento come fornitore di prodotti farmaceutici: ha pesato in modo positivo, in particolare, la collaborazione con la società americana Moderna per la produzione di un vaccino Covid-19.

Anche gli investitori che all'inizio dell'anno avevano scommesso su Sika, Kühne+Nagel e Givaudan hanno realizzato buoni profitti, compresi tra il 20 e il 30%. Il corso di Partners Goup è salito a doppia cifra, ABB o Straumann si sono dovuti accontentare di guadagni a una sola cifra.

La lista dei perdenti, chiaramente più lunga, è guidata da AMS, seguita da Swiss Re e Temenos, con contrazioni comprese tra il 20 e il 30%. Riguardo ai tre pesi massimi è Novartis ad archiviare l'anno più debole, con un calo a due cifre del prezzo dell'azione, mentre Roche e Nestlé hanno perso solo pochi punti percentuali.

Guardando al mercato allargato, si danno pacche sulle spalle coloro che all'inizio dell'anno hanno acquistato azioni di Relief Therapeutics al prezzo di un decimo di centesimo: attualmente i titoli valgono 38 centesimi, con un picco annuale di 80. Insieme a un partner l'azienda biotecnologica sta cercando di ottenere l'approvazione per un farmaco da utilizzare contro l'insufficienza respiratoria acuta indotta da Covid-19.

Non altrettanto spettacolare, ma comunque impressionante, è la triplicazione del prezzo delle azioni della società chimica di Markus Blocher, Dottikon ES. Sugli scudi anche Zur Rose, un'altra società che ha beneficiato della crisi del coronavirus, vedendo più che raddoppiare il corso dell'azione.

Sul fronte opposto è emblematico il dimezzamento delle azioni del gruppo MCH: la società attiva nel settore delle fiere è stata duramente colpita dalla pandemia. Le perdite dell'impresa tecnologica Wisekey sono state altrettanto gravi e ancora più sotto pressione si è trovata l'azienda farmaceutica Santhera.

Tornare alla home page