Politica monetaria La Banca nazionale ha accelerato le vendite di divise

hm, ats

31.3.2023 - 11:01

La BNS lotta per la stabilità dei prezzi, ma i suoi metodi vengono anche criticati.
La BNS lotta per la stabilità dei prezzi, ma i suoi metodi vengono anche criticati.
Keystone

La Banca nazionale svizzera (BNS) ha proseguito le vendite di valuta estera a un ritmo accelerato nel quarto trimestre del 2022: l'istituto ha ceduto l'equivalente di 27,3 miliardi di franchi, emerge dalle statistiche pubblicate oggi.

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In realtà il valore era già calcolabile alla luce del rapporto annuale reso noto dieci giorni or sono, in cui la banca guidata da Thomas Jordan aveva comunicato di aver venduto un totale (netto) di 22,3 miliardi di franchi di valute estere nel 2022.

La BNS ha così operato un cambio di strategia: prima del 2022 aveva sempre acquistato valuta estera per evitare che il franco si apprezzasse troppo. Nel 2021, ad esempio, gli acquisti erano ammontati a 21,1 miliardi e nel 2020 si era addirittura raggiunta la cifra di 110 miliardi.

L'idea alla base di questo mutamento di rotta è la lotta all'inflazione: la BNS combatte il rincaro (al 3,4% in febbraio) non solo aumentando il tasso guida (all'1,5% dalla settimana scorsa), ma anche mantenendo forte il franco, un fattore che può costituire un aiuto per importare meno inflazione dall'estero.

La politica della BNS suscita perplessità

Tutto questo non fa però l'unanimità: da tempo le operazioni della BNS – che nella pratica compra in grande stile titoli esteri, in particolare americani (Apple, Tesla, Amazon) – sono al centro di un acceso dibattito.

Proprio in queste settimane le discussioni si sono arricchite di un nuovo libro («BNS: rien ne va plus. Une banque centrale ne devrait pas faire ça») pubblicato dall'economista franco-svizzero Michel Santi.

«La BNS si è progressivamente trasformata in uno degli hedge found più grandi del mondo per le sue folli posizioni speculative», ha affermato l'autore in una recente intervista al settimanale romando L'Illustré. Sulla base di informazioni raccolte negli Usa – in Svizzera non c'è trasparenza sugli investimenti della BNS – l'esperto accusa apertamente la banca di contribuire alla formazione di una bolla planetaria e di speculare con i soldi della popolazione elvetica.