Industria alimentareBarry Callebaut, il cioccolato è in ripresa malgrado la pandemia
hm, ats
11.11.2020 - 18:01
Nonostante la seconda ondata del coronavirus Barry Callebaut si prepara a una ripresa duratura: il più grande produttore di cioccolato al mondo ritiene che le nuove misure di protezione avranno un impatto meno grave sulle vendite di quanto è stato in primavera.
Da marzo a maggio – al culmine della pandemia – le vendite di cioccolato e cacao di Barry Callebaut erano scese del 14%, ma nei successivi tre mesi la flessione si è ridotta al 4%, ha indicato oggi la società presentando i dati annuali.
L'esercizio 2019/2020, che si è chiuso in agosto, è terminato così con una contrazione dei volumi di vendita del 2% a 2,1 milioni di tonnellate. «È il primo calo da oltre un decennio», ha dichiarato il responsabile delle finanze Remco Steenbergen, che passerà alle dipendenze di Lufthansa a inizio gennaio. «E siamo fermamente convinti che questa rimarrà un'eccezione».
In conto economico i ricavi sono ammontati a 6,9 miliardi, il 6% in meno dei dodici mesi precedenti; a tassi di cambi costanti la contrazione si è però limitata allo 0,4%. L'utile netto si è attestato a 312 milioni (-15%).
L'azienda punta ad aumentare il volume delle vendite
«Sono orgoglioso dei nostri solidi risultati», ha commentato il presidente della direzione Antoine de Saint-Affrique, che si è detto anche fiducioso di riuscire raggiungere gli obiettivi a medio termine appena fissati. Per il triennio che inizia nel 2020/21, l'azienda punta ad aumentare il volume delle vendite in media del 5-7% all'anno; in precedenza l'obiettivo era del 4-6%.
Secondo de Saint-Affrique, la ripresa procederà a due velocità: gli affari con i clienti industriali continueranno a ritrovare più rapidamente vigore. Barry Callebaut ritiene che la pandemia possa rappresentare addirittura un vantaggio per il gruppo: molti clienti sfruttano infatti il Covid-19 come un'opportunità per ripensare il loro modello di affari.
E potrebbe succedere che sempre più aziende esternalizzeranno la loro produzione di cioccolato. Barry Callebaut ha già ottenuto due nuovi ordini quest'estate e sono in corso numerosi altri colloqui, ha detto a questo proposito il Ceo.
L'attività di fornitura di ristoranti, hotel e pasticcerie è invece destinata a languire più a lungo: al momento soffre per il fatto che la gente sta sempre più spesso a casa. «Si tornerà alla normalità non appena i vaccini saranno ampiamente disponibili», ha osservato de Saint-Affrique.
«L'epidemia di coronavirus non bloccherà di nuovo l'Europa»
Il dirigente 55enne di nazionalità francese – che ha trascorsi di ufficiale riservista di marina e che ha vissuto in Africa, Stati Uniti, Ungheria, Olanda, Russia e Regno Unito – è peraltro anche convinto che l'epidemia di coronavirus non bloccherà di nuovo l'Europa.
La seconda ondata è diversa dalla prima perché nel frattempo si è imparato molto, ha detto. Anche i confinamenti sono più brevi e meno severi. Tutti lavoravano per raggiungere l'obiettivo di far funzionare ogni cosa al meglio entro Natale, ha concluso.
I dati pubblicati oggi sono piaciuti agli investitori: in apertura il titolo Barry Callebaut è arrivato a guadagnare oltre il 3%, per poi però perdere un po' di vigore con il trascorrere delle ore.
Barry Callebaut è nata nel 1996 dalla fusione fra la società belga Callebaut e l'impresa francese Cacao Barry. Dal 1998 è quotata alla borsa svizzera. Oggi dispone di una sessantina di stabilimenti in 40 paesi e impiega oltre 12'000 persone. Un prodotto su quattro a base di cacao e cioccolato consumati nel mondo proviene da Barry Callebaut. L'impresa ha sede a Zurigo.