Troppa politica nelle ditteRamaswamy: «Basta woke, le imprese facciano il loro mestiere»
hm, ats
18.7.2022 - 12:00
Altolà al proliferare di principi «woke» nelle imprese: che si concentrino nel fare con cura il loro mestiere di produrre beni e servizi, basta con le imposizioni dettate dai grandi gestori patrimoniali sulle spalle dei piccoli risparmiatori.
Keystone-SDA, hm, ats
18.07.2022, 12:00
18.07.2022, 12:21
SDA
È il pensiero di Vivek Ramaswamy, imprenditore attivo negli Stati Uniti – e noto anche in Svizzera – autore di un bestseller sul tema.
«Le aziende devono concentrarsi esclusivamente sulla fornitura di prodotti e servizi eccellenti ai propri clienti: oltre a questo non dovrebbero perseguire altri obiettivi, né sociali né politici», afferma il 36enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ).
«Al momento, però, il mondo aziendale funziona in modo diverso. Il motivo è che i grandi gestori patrimoniali quali Blackrock, State Street e Vanguard vogliono impegnare le imprese, soprattutto negli Stati Uniti, a rispettare un'agenda sociale e politica secondo i criteri di sostenibilità ESG» (environmental, social and governance, cioè principi ambientali, sociali e di buon governo d'impresa).
Abuso di potere delle aziende?
L'imprenditore con cittadinanza indiana (i suoi genitori sono emigrati negli Usa) accusa le società in questione di abuso di potere. «Utilizzano il denaro dei cittadini, degli infermieri, dei medici, dei pompieri, degli insegnanti e dei piccoli imprenditori per promuovere obiettivi sociali e politici che la maggior parte di questi cittadini non condivide», afferma.
«Le pressioni esercitate in queste direzioni dalle società di amministrazione patrimoniale costituiscono una violazione del rapporto fiduciario».
L'esempio della Disney sull'educazione sessuale
Per descrivere più in generale il fenomeno Ramaswamy avanza l'esempio di Disney.
«L'azienda sta attualmente conducendo una crociata politica nazionale contro una legge sull'educazione sessuale e sull'identità di genere nelle scuole primarie. È giusto che le leggi siano discusse dai cittadini, è quello che deve accadere in una democrazia. Ma quando un'impresa decide di utilizzare le proprie risorse aziendali per schierarsi in questo dibattito non va bene».
«Il fatto che la Disney si concentri su un'agenda politica completamente avulsa dai suoi scopi aziendali allontana anche la maggior parte dei suoi clienti: il 60% di loro – a differenza della Disney – è favorevole alla legge».
I mercati ipocriti del gas e del petrolio
Un altro esempio, secondo l'intervistato, è rappresentato da quello che sta succedendo all'industria del petrolio e del gas. «Negli Stati Uniti la produzione viene ridotta perché i grandi azionisti come Blackrock lo richiedono. Di conseguenza le ditte e le famiglie perdono l'accesso all'energia a prezzi accessibili. Questo non solo rende le aziende meno redditizie, ma si ripercuote anche sulla società».
Particolarmente urtante, agli occhi dell'imprenditore che ha fondato la società biotecnologica Roivant, la cui holding ha sede a Basilea, «è che Blackrock spinge gruppi come Exxon o Chevron a ridurre le loro attività di produzione di greggio, ma che allo stesso tempo le grandi società di fondi detengono azioni di PetroChina».
«E che in questo secondo caso rimangono misurate nelle loro richieste. Pertanto i gruppi stranieri possono rilevare i progetti che le società energetiche statunitensi stanno abbandonando. Per me questo è un atto di ipocrisia».
Le aziende dovrebbero rendere il mondo migliore
Ramaswamy – autore del libro di successo «Woke, Inc: Inside Corporate America’s Social Justice Scam» (qualcosa come: Woke SA, viaggio nella truffa della giustizia sociale nelle aziende americane), pubblicato nell'agosto 2021 – si dice convinto che le imprese possano rendere migliore il mondo.
«A mio avviso hanno persino la responsabilità sociale di farlo. Se siete un'azienda che genera energia solare e il prodotto è 'energia pulita' dovreste fornire un prodotto eccellente. Ma la soluzione non è che le compagnie petrolifere producano meno petrolio perché così sembra più bello».
«Non nego i problemi», prosegue. «Ma sulle questioni politiche, la voce di ogni cittadino dovrebbe contare allo stesso modo». Decidere sui temi ambientali spetta ai cittadini, non ai Ceo, aggiunge.
«Come imprenditore, credo che le aziende non debbano perseguire politiche ambientali. In qualità di cittadino ho invece opinioni molto delineate. In sostanza, dobbiamo dare all'energia nucleare una priorità molto più alta. Non ho pazienza con i sedicenti ambientalisti che da anni denunciano il problema delle emissioni di anidride carbonica, ma si rifiutano di occuparsi di energia atomica. Eppure è la forma di produzione di energia efficace a più basso contenuto di CO2».
Politiche inclusive? Non sempre solo cose positive
Ramaswamy ha anche da dire la sua sulla tendenza a favorire una maggiore diversità ai vertici delle imprese, per esempio favorendo le donne o i neri. «In nome della diversità e dell'inclusione, abbiamo completamente distrutto la vera diversità di opinioni nei consigli di amministrazione delle aziende», sostiene.
«Sotto la bandiera dell'inclusione abbiamo creato una cultura esclusiva in cui certi punti di vista non sono graditi. Ma la diversità degli argomenti è importante per prendere buone decisioni».
Diversità tra le due sponde atlantiche
«Gli esempi sono innumerevoli, ma ne citerò uno del recente passato. Stuart Kirk, responsabile degli investimenti sostenibili presso la grande banca HSBC, è stato licenziato dal suo datore di lavoro dopo aver espresso, durante una conferenza di investitori, l'opinione che i rischi finanziari del cambiamento climatico fossero sopravvalutati. In questo modo ha apparentemente violato un divieto di pensare».
Vi sono peraltro anche differenze fra le due sponde dell'Atlantico, prosegue il padre di famiglia che quest'anno ha partecipato anche al Swiss Economic Forum (SEF) di Interlaken (BE).
«L'attenzione alla politica identitaria è probabilmente più marcata negli Stati Uniti che in Europa: per politica identitaria intendo l'attenzione alla razza, al genere e all'orientamento sessuale, nonché l'ossessione per questi temi. Negli Stati Uniti quest'attenzione è tossica e fonte di divisione, più che in Europa. Al contrario, l'ortodossia europea sulle questioni ecologiche è probabilmente ancora più monolitica e meno tollerante nei confronti della devianza rispetto a quella americana», conclude.