Media Il Blick compie 60 anni: fu una rivoluzione

ATS

14.10.2019 - 12:14

La prima pagina dell'edizione del 14 ottobre 1959.
La prima pagina dell'edizione del 14 ottobre 1959.
Source: KEYSTONE/STR

Esattamente 60 anni fa veniva pubblicata la prima edizione del Blick, una rivoluzione nel panorama mediatico svizzero. Il quotidiano, sul modello del tedesco Bild, fondato nel 1952, trasferiva sulla carta stampata un registro proprio alla televisione.

Sulla prima pagina di quel giorno, inserita nell'edizione speciale odierna, a lettere cubitali figurava il titolo «Il domestico non è l'assassino» (che riferiva della liberazione dal carcere preventivo di un uomo sospettato dell'uccisione di un bambino nel canton Ginevra).

L'articolo ben illustra gli accenti posti dal quotidiano, soprattutto all'inizio della sua esistenza: incidenti, crimini, sport e divertimento. A poco a poco fa poi l'apparizione l'erotismo, con la foto di una donna solo leggermente vestita in seconda pagina.

Bruciato in piazza

In questo modo, la pubblicazione è la prima in Svizzera a trasferire il linguaggio visivo della televisione nel giornalismo scritto. L'editore Ringier tiene conto anche di un'altra rivoluzione degli anni Cinquanta, ossia l'apparizione della società dei consumi.

Contenuti e forma sono aspramente criticati. Il giornale viene boicottato e talora persino bruciato sulla piazza, ad esempio quando annuncia, troppo presto, la morte di papa Giovanni XXIII nel 1963.

Senza concorrenza, il foglio, che voleva essere come indicava il suo sottotitolo «quotidiano svizzero indipendente», conquista un lettorato sempre più vasto. Il parere del Blick è sempre più rilevante nell'opinione pubblica.

Un giornale complementare

All'apice della sua fortuna, alla metà degli anni Ottanta, ne vengono stampate 380'000 copie. Per molti lettori il Blick è un giornale complementare, accanto a un altro quotidiano.

Nell'edizione odierna, venduta a 20 centesimi come 60 anni fa (oggi in edicola il «Blick, il quotidiano per la Svizzera» costa 2,50 franchi), 60 personalità – 58 svizzerotedesche, di vari ambiti, dall'imprenditoria alla politica passando per lo sport – dicono cosa ispira loro il giornale.

Molti sottolineano il suo valore nel paesaggio dei media elvetici, la sua capacità di identificare temi sensibili e di spiegare sinteticamente e chiaramente concetti talora complessi.

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