Politica monetaria Secondo gli esperti la BNS giovedì lascerà fermo il tasso guida

hm, ats

18.3.2024 - 19:00

Gli occhi degli investitori sono puntati sulla BNS.
Gli occhi degli investitori sono puntati sulla BNS.
Keystone

La Banca nazionale svizzera (BNS) lascerà probabilmente il tasso guida all'attuale livello dell'1,75% giovedì, quando è in programma la prossima analisi trimestrale della situazione economica e monetaria.

Keystone-SDA, hm, ats

È l'opinione condivisa dalla stragrande maggioranza degli esperti interpellati dall'agenzia finanziaria Awp.

Per la gran parte degli specialisti l'istituto guidato da Thomas Jordan si unirà al cosiddetto «club di giugno»: ossia non effettuerà il suo primo taglio dei tassi prima del sesto mese dell'anno, analogamente a quanto sono attese fare la Federal Reserve americana e la Banca centrale europea (Bce).

Come noto la BNS persegue come obiettivo la stabilità dei prezzi, intesa come un rincaro compreso tra lo 0 e il 2%. Per frenare la crescita dei rincaro l'istituto fra il 2022 e il 2023 ha proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che è così salito dal -0,75% al +1,75%, livello a cui si trova dal 22 giugno scorso.

I ritocchi si erano resi necessari a causa del rapido aumento dei prezzi, causato anche dalla pandemia di coronavirus e dalla guerra in Ucraina. Nel frattempo l'inflazione è però scesa nuovamente dal picco del 3,5% dell'agosto 2022 all'1,2% di febbraio 2024.

Secondo gli osservatori la BNS – come peraltro la Fed e la Bce – vorrà prima essere sicura di aver effettivamente vinto la battaglia contro il rincaro prima di procedere a un abbassamento del costo del denaro. «L'inflazione è scesa in modo significativo, ma la BNS non può ancora essere certa che gli effetti di secondo impatto non siano più un problema», afferma Alessandro Bee, economista di UBS. «È quindi probabile che la banca attenda ancora un po' prima di dichiarare sconfitta l'inflazione».

Secondo Patrick Häfeli, stratega presso la Banca cantonale di San Gallo, «al livello attuale, il tasso d'inflazione elvetico è all'interno della zona di comfort della BNS e rimarrà tale nonostante una leggera crescita nei prossimi mesi dovuta alla progressione degli affitti». La situazione non obbliga comunque la BNS a tagliare rapidamente i tassi di interesse.

Anche gli ultimi sviluppi valutari sono importanti. Dopo aver registrato un rapido apprezzamento alla fine del 2023, il franco si è nettamente indebolito rispetto all'euro e al dollaro USA nelle ultime settimane. «Questo ha limitato gli effetti negativi sull'industria delle esportazioni e ha già migliorato le condizioni monetarie», argomenta Fredy Hasenmaile, capo economista di Raiffeisen.

Se la BNS ha battuto sul tempo la Bce con il suo primo rialzo dei tassi di interesse nel giugno 2022, la maggior parte degli osservatori non si aspetta che l'istituto crei la sorpresa questa settimana. Ci sono tuttavia delle eccezioni: David Kohl di Julius Bär e Daniel Lüchinger della Banca Cantonale Grigione (BCG) scommettono sulla prima sforbiciata già fra pochi giorni.

«Riteniamo che la BNS abbasserà il tasso d'interesse di riferimento all'1,50%, dimostrando così ancora una volta la propria indipendenza», afferma Lüchinger. In realtà anche Bee non esclude che questo possa succedere, ma tale mossa non viene considerata lo scenario di base da UBS.

D'altra parte ci sono anche analisti che si aspettano che i tassi di interesse rimangano invariati ancora per qualche tempo. Il capo economista della VP Bank Thomas Gitzel, ad esempio, ipotizza che quest'anno la BNS non li toccherà affatto. «Il tasso guida non è particolarmente elevato», afferma. «Inoltre l'economia svizzera sta andando relativamente bene, nonostante il contesto globale sfavorevole».

Nel complesso la situazione per la BNS è relativamente confortevole, con un'inflazione in calo e una solida crescita economica. O come dice Hasenmaile di Raiffeisen: «La BNS ha un ampio margine di manovra e poca pressione nel dover agire».

Le dimissioni per settembre annunciate di recente dal presidente della direzione Thomas Jordan non dovrebbero aver cambiato fondamentalmente la situazione. Alcuni osservatori ipotizzano comunque che il 61enne possa lasciare al suo successore il compito di annunciare una svolta in materia di tassi: entrare in carica con il primo taglio interesse in due anni sarebbe certamente un'opzione gratificante per il nuovo numero uno dell'istituto.