Economia, affari e finanzaLa BNS: «L'inflazione sarà più debole nel 2023 ma più forte nel 2024 e 2025»
es, ats
22.6.2023 - 11:26
La Banca nazionale svizzera (BNS) aggiorna le sue stime per l'inflazione, abbassando quelle per quest'anno ma alzando quelle dei prossimi due. Confermata invece la previsione sul prodotto interno lordo (PIL).
es, ats
22.06.2023, 11:26
22.06.2023, 11:33
SDA
Nel 2023 l'inflazione dovrebbe attestarsi in media al 2,2%, contro il 2,6% stimato in marzo. Anche nel 2024 è atteso un +2,2% (a fronte di un +2,0% in precedenza) mentre nel 2025 dovrebbe risultare un +2,1% (+2,0%).
L'inflazione è comunque diminuita in maniera significativa negli ultimi mesi – lo scorso anno era salita fino al 3,5% – collocandosi in maggio al 2,2%, evidenzia la BNS nel suo esame trimestrale della situazione economica e monetaria. Il calo è riconducibile soprattutto a un minor rincaro dei beni importati e in particolare alla contrazione dei prezzi di prodotti petroliferi e gas naturale.
L'istituto prevede ancora un tasso di inflazione dell'1,7% per il terzo trimestre, un valore nettamente inferiore rispetto all'ultima valutazione di marzo. Nel quarto tornerà tuttavia a salire al 2,0% e rimarrà al di sopra di questa soglia fino all'inizio del 2026.
Ciò è dovuto a «perduranti effetti di secondo impatto, al rialzo dei prezzi dell'energia elettrica e dei canoni di affitto così come alla più persistente pressione inflazionistica proveniente dall'estero», spiega la BNS.
Senza il rialzo odierno del tasso d'interesse di riferimento le previsioni per l'inflazione sarebbero ancora più alte, viene sottolineato. La stima si basa, come sempre, sull'ipotesi che il tasso rimanga al nuovo livello dell'1,75% per l'intero periodo di previsione. Come noto, la BNS punta a un'inflazione compresa tra lo zero e il 2%.
Attesa una crescita modesta
Quanto al PIL, quest'anno dovrebbe salire «di circa l'1,0%», come già stimato in marzo. Esso «ha segnato una crescita solida nel primo trimestre del 2023. Il settore dei servizi ha acquisito slancio e anche la creazione di valore nell'industria è leggermente aumentata.
Il mercato del lavoro si è confermato robusto e il grado di utilizzo delle capacità produttive complessive dell'economia è rimasto buono sino alla fine del periodo considerato».
Per il prosieguo dell'anno la BNS, tuttavia, si aspetta «una crescita modesta. Ad avere un effetto frenante sono la domanda estera contenuta, le perdite di potere d'acquisto dovute all'inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive», viene spiegato.
In questo contesto la disoccupazione registrerà presumibilmente un lieve incremento e il grado di utilizzo delle capacità produttive dovrebbe leggermente diminuire.