La borsa svizzera chiude in rialzo una seduta meno movimentata di quanto ci si potesse attendere: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 11'134,74 punti, su dello 0,68% rispetto a ieri, mentre il listino allargato SPI ha guadagnato lo 0,74% a 14'368,03 punti.
21.07.2022, 17:51
21.07.2022, 17:54
SDA
Contrariamente ad altre piazze europee, che per tutta la giornata si sono mostrate nervose, il mercato elvetico ha optato per una posizione attendista e si è mosso soprattutto inizialmente in una ristretta fascia d'oscillazione, per poi ondeggiare in modo più marcato nel finale e finire ai massimi di seduta.
La notizia del giorno è rappresentata dal ritocco di mezzo punto percentuale dei tassi guida operato dalla Banca centrale europea (Bce): una stretta superiore al quarto di punto annunciato in precedenza, ma giudicata sensata dagli analisti, alla luce dell'inflazione che, nell'Eurozona, sfiora ormai il 9%.
La presidente della Bce Christine Lagarde ha presentato anche il nuovo «strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria» (Tpi), uno scudo che dovrebbe permettere di evitare l'aumento dei differenziali di rendimento dei titoli di stato dei vari paesi. Intanto nella nazione forse più interessata da questi sviluppi, l'Italia, è scoppiata la crisi di governo, con le dimissioni del presidente del consiglio Mario Draghi.
Gli investitori europei hanno comunque tirato un sospiro di sollievo dopo che il gas russo è tornato a fluire nel Nord Stream 1, che era stato chiuso per manutenzione. La situazione sul fronte energetico rimane peraltro tuttora tesa, soprattutto in prospettiva futura.
Sul fronte congiunturale dagli Usa non sono giunte notizie troppo positive: le richieste di sussidio disoccupazione sono salite oltre le attese e vari risultati aziendali non hanno entusiasmato. Tutto sommato l'impatto di questi fattori sul listino elvetico è stato comunque limitato.
In Svizzera si è guardato molto di più alle novità squisitamente elvetiche: a far discutere è stata in primo luogo Roche (-0,50% a 326,60 franchi), che ha presentato i semestrali e che ha anche annunciato un cambio ai vertici: il Ceo Severin Schwan diventerà presidente del consiglio di amministrazione e sarà sostituito alla guida operativa dall'attuale responsabile della divisione diagnostica Thomas Schinecker. Più ispirato è apparso il secondo grande titolo farmaceutico, Novartis (+0,84% a 82,97 franchi) e ancora maggiori soddisfazioni ha dato il terzo peso massimo, Nestlé (+1,55% a 115,02 franchi).
Pure ABB (+1,61% a 27,76 franchi) ha informato sull'andamento degli affari e si è accodata agli altri valori particolarmente dipendenti dai cicli economici quali Sika (+1,80% a 237,70 franchi) e Geberit (+2,58% a 501,80 franchi); più staccata è rimasta Holcim (-0,17% a 41,90 franchi). Non hanno inoltre sfigurato né Richemont (+0,94% a 106,85 franchi) né Logitech (+0,25% a 55,06 franchi). Peggio è andata a Givaudan (-1,59% a 3282,00 franchi) dopo i risultati: ai commentatori non è piaciuta la compressione dei margini.
Fra i bancari UBS (+1,51% a 16,09 franchi) è stata preferita a Credit Suisse (-0,69% a 5,44 franchi). Non univoci hanno chiuso gli assicurativi Swiss Life (+0,10% a 482,40 franchi), Swiss Re (-0,94% a 71,54 franchi) e Zurich (-1,00% a 407,00 franchi). Nello stesso segmento finanziario ha invece brillato Partners Group (+2,90% a 943,00 franchi).
Nel mercato allargato tutta una serie di aziende ha presentato i bilanci di metà anno: fra le più importanti vanno citate EFG International (-0,41% a 7,20 franchi), Cembra Money Bank (-7,33% a 65,15 franchi) e Bossard (+8,16% a 213,50 franchi).