La borsa svizzera avvia la nuova settimana con una seduta in ribasso, dopo tre rialzi consecutivi. L'indice dei valori guida SMI ha terminato a 11'971,73 punti, giù dell'1,29% rispetto a venerdì, mentre il listino allargato SPI ha perso l'1,26% a 15'406,15 punti.
Keystone-SDA, hm, ats
02.05.2022, 17:48
02.05.2022, 17:52
SDA
Il mercato è subito partito male, influenzato dalla chiusura molto negativa di venerdì a Wall Street. A pesare sulle piazze finanziarie sono la guerra in Ucraina e le sue conseguenze, i timori relativi all'inflazione e alla tenuta della congiuntura mondiale, nonché il perdurare dei confinamenti in Cina, che potrebbero creare ulteriori problemi alle catene di fornitura.
Vi è inoltre molta attesa per la decisione di mercoledì della Federal Reserve sui tassi d'interesse: gli esperti prevedono un rialzo di 50 punti base, anche se vi è chi non esclude un incremento di 75 punti. Visto il quadro generale ricco di incognite gli investitori si sono ritrovati poco propensi a impegnarsi e hanno preferito seguire gli avvenimenti da bordo campo. Non pochi ricordano inoltre il celebre proverbio finanziario «sell in may and go away» (vendi a maggio e vai via): statisticamente il quinto mese dell'anno non è infatti favorevole alle azioni.
A mostrare quanto il clima sia di nervosismo ci ha pensato oggi anche un mini crack del tutto inusuale che stamane intorno alle 10.00 ha interessato le piazze europee: il mercato è improvvisamente crollato, senza un motivo apparente. Stando agli esperti, all'origine di quanto successo vi sarebbe un cosiddetto «fat finger trade», cioè un ordine sbagliato per una svista, che in questo caso ha interessato la borsa di Stoccolma. Il fatto che la Svezia sia relativamente vicina a Russia e Ucraina, impegnate in guerra, ha sicuramente contribuito a favorire l'ondata di panico.
Per quanto riguarda i singoli titoli hanno perso sensibilmente terreno i valori particolarmente dipendenti dalla congiuntura quali ABB (-2,87% a 28,75 franchi), Holcim (-1,12% a 47,61 franchi), Sika (-2,33% a 294,00 franchi) e Geberit (-1,25% a 553,00 franchi). Vendite sono state segnalate, nel segmento del lusso, anche su Richemont (-3,07% a 111,95 franchi), mentre Logitech (-0,25% a 64,28 franchi) si è a tratti mossa in controtendenza alla vigilia della pubblicazione dei dati trimestrali.
Fra i bancari Credit Suisse (-2,53% a 6,55 franchi), alle prese con possibili nuove cause negli Stati Uniti, si è trovata ancora una volta più in difficoltà di UBS (-2,09% a 16,37 franchi). Tutti con il segno meno hanno terminato anche gli assicurativi Swiss Re (-1,20% a 79,36 franchi), Zurich (-0,67% a 442,90 franchi) e Swiss Life (-2,37% a 559,40 franchi). Nello stesso comparto finanziario non ha convinto Partners Group (-2,48% a 1021,50 franchi).
Una certa resistenza è stata mostrata da Nestlé (-0,16% a 125,80 franchi), mentre gli altri due pesi massimi difensivi, Novartis (-1,01% a 85,64 franchi) e Roche (-1,55% a 356,80 franchi), sono stati fin da subito trascinati dalla corrente generale.
Nel mercato allargato può essere segnalato l'arretramento di Lindt & Sprüngli (-2,95% a 112'000,00 franchi), che da oggi era scambiata senza la cedola del dividendo di 120 franchi.