SvizzeraBorsa segna il minimo 2022 e chiude in ribasso
hm, ats
13.6.2022 - 17:44
La borsa svizzera avvia la settimana con una seduta in netto ribasso che l'ha porta ai minimi dell'anno. L'indice dei valori guida SMI ha chiuso a 10'896,25 punti, in flessione dell'1,70%, mentre il listino allargato SPI ha perso l'1,79% a 13'991,38 punti.
Keystone-SDA, hm, ats
13.06.2022, 17:44
13.06.2022, 18:32
SDA
La nuova ondata di vendite su mercati finanziari già di per sé fragili e nervosi è partita venerdì dopo la pubblicazione degli ultimi dati sull'inflazione negli Usa: i prezzi sono saliti dell'8,6% su base annua in maggio, il massimo da 40 anni e oltre le stime. Lo sperato rallentamento del rincaro si fa sempre più lontano e gli investitori sono ben coscienti di quello che ciò significa: dopo anni di politiche ultra-espansive sono in arrivo dolorose strette monetarie.
A questo proposito gli sguardi sono puntati sulla Federal Reserve: ci si attende che mercoledì l'istituto alzi di mezzo punto percentuale il costo del denaro, per poi magari accelerare il ritmo in luglio, con un aumento da 75 punti base. Giovedì toccherà poi alla Banca nazionale svizzera (BNS) informare sugli ultimi orientamenti: a questo punto c'è anche chi non esclude una mossa dell'istituto guidato da Thomas Jordan, cosa ritenuta fantascienza ancora poco tempo fa.
Il timore è che l'aumento dei tassi sfoci giocoforza in una recessione, con conseguente crollo degli utili aziendali. Non favoriscono inoltre l'umore generale le ultime notizie sulle ulteriori restrizioni anti-Covid in Cina. Intanto sulla sfondo rimane la guerra in Ucraina, con le sue conseguenze in termini di costi energetici e di difficoltà nelle catene di approvvigionamento.
Il quadro complessivo è quindi ampiamente negativo e molti operatori preferiscono ridurre l'esposizione azionaria. L'SMI è così sceso per la seconda volta quest'anno sotto la soglia degli 11'000 punti, segnando un nuovo minimo 2022 a 10'855 punti. La performance dall'inizio dell'anno è da profondo rosso, -15%.
Per quanto riguarda i singoli titoli una volta ancora chiacchierato è risultato Credit Suisse (-3,52% a 5,98 franchi), che secondo il Financial Times è finito su una lista dell'autorità di vigilanza inglese FCA di istituti sotto osservazione. L'azione è scesa in giornata sino a 5,96 franchi, segnando un nuovo minimo di sempre. Le vendite hanno comunque interessato anche UBS (-3,43% a 16,05 franchi) e gli assicurativi Zurich (-1,23% a 417,20 franchi), Swiss Re (-1,56% a 75,84 franchi) e Swiss Life (-2,92% a 511,40 franchi). Nello stesso comparto finanziario particolarmente debole si è mostrata Partners Group (-4,97% a 897,80 franchi).
In difficoltà sono apparsi anche i valori particolarmente dipendenti dalla congiuntura come Holcim (-1,12% a 45,90 franchi), ABB (-3,54% a 27,78 franchi), Sika (-2,92% a 239,10 franchi) e Geberit (-2,84% a 490,10 franchi). Come spesso accade in queste situazioni negative si sono dimostrate pure Richemont (-2,60% a 101,20 franchi) e Logitech (-4,35% a 52,36 franchi).
Una notevole resistenza è stata offerta da Nestlé (+0,58% a 110,74 franchi), mentre gli altri due pesi massimi difensivi, Novartis (-1,36% a 82,78 franchi) e Roche (-1,50% a 309,25 franchi), sono stati trascinati dalla corrente generale.
Nel mercato allargato CPH Chemie + Papier Holding (+2,32% a 70,60 franchi) ha ritoccato al rialzo le stime annuali, dopo aver annunciato un primo semestre in sensibile crescita. Molti altri valori hanno per contro perso parecchio terreno: fra questi va menzionato perlomeno AMS Osram (-9,70% a 9,36 franchi).