La crisi pandemica e le conseguenti misure hanno fatto sciogliere la produzione di cioccolato in Svizzera, con il giro d'affari del settore crollato nel 2020. Il consumo pro capite è sceso ai più bassi livelli da 40 anni, comunica Chocosuisse.
L'anno scorso la produzione è calata del 10%, con un fatturato in discesa del 14,5% a 1,53 miliardi di franchi, fatto che la Federazione dei fabbricanti Chocosuisse spiega sia con la diminuzione del consumo sia con quella delle esportazioni.
Il ramo export ha perso l'11,5% del volume per stabilirsi a 126'000 tonnellate, pari a una contrazione del 13,9% del giro d'affari, con le vendite all'estero che rappresentano il 70% del totale. Germania, rancia, Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti costituiscono i cinque mercati principali.
Per la prima volta dal 1982, il consumo per abitante è sceso sotto i 10 chili, per la precisione a 9,9. Una disaffezione che si è concretizzata soprattutto nei confronti del cioccolato svizzero (-6,9% in volume), poiché quello estero è progredito dell'1,8%, con la quota delle importazioni che è passato dal 41% al 43%.
L'associazione di settore evoca un contesto politico difficile, poiché certe materie prime costano il doppio in Svizzera rispetto ai Paesi esteri.