Industria chimicaClariant dice no a reshoring, Cina rimane principale mercato
hm, ats
19.3.2021 - 14:10
La Cina rimane il principale mercato per il comparto della chimica: lo afferma il nuovo presidente della direzione di Clariant Conrad Keijzer, che non prevede quindi un reshoring, un rientro delle aziende che avevano in precedenza delocalizzato con l'offshoring.
Keystone-SDA, hm, ats
19.03.2021, 14:10
19.03.2021, 14:18
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«Non vedo la tendenza al reshoring nell'industria chimica», afferma il dirigente olandese in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). «Al contrario, in Cina negli ultimi anni il ramo è cresciuto più velocemente dell'economia. Abbiamo assistito a tassi di crescita a una cifra elevata o addirittura a due cifre per un lungo periodo di tempo. E ci aspettiamo che questa tendenza continui, perché sempre più prodotti vengono prodotti localmente piuttosto che importati».
Clariant genera il 10% del fatturato in Cina, ma il 46% dei ricavi mondiali del settore sono realizzati nel paese asiatico. «In altri termini sussiste un enorme potenziale», spiega il manager che dal primo gennaio guida il colosso chimico basilese. Il paese è più importante di Europa, Nordamerica e Sudamerica messi insieme. «In questo contesto, è strategicamente cruciale per Clariant, come per la maggior parte delle altre aziende chimiche, essere presenti in Cina. E per il nostro gruppo, c'è un punto supplementare: i margini realizzati in Cina sono superiori alla media del nostro intero portafoglio».
Negli ultimi tempi nella nazione con presidente Xi Jinping è anche aumentata l'importanza della protezione dell'ambiente. «Storicamente il partito comunista si era concentrato solo su obiettivi quantitativi di crescita: ora sta anche enfatizzando la crescita qualitativa», osserva Keijzer. «Per l'anno in corso, l'economia cinese dovrebbe crescere di almeno il 6%, anche se quasi tutti gli economisti si aspettano una progressione tra l'8 e il 10%: quindi il governo non guarda più il numero grezzo, ma si preoccupa di come la Cina crescerà».
Ma nel paese asiatico non c'è un problema di manodopera qualificata? «Guardi l'Europa: una gran parte dei giovani studia economia aziendale e a volte è una sfida riuscire trovare ingegneri chimici. In Cina, invece, ci sono diverse centinaia di migliaia di laureati che entrano nel mercato del lavoro ogni anno. Siamo in buoni rapporti con le università della Cina continentale che formano ingegneri chimici».
La vera sfida, secondo il Ceo, è piuttosto quella di trattenere il personale. «Tuttavia, abbiamo notato che i temi legati alla sostenibilità e alla protezione dell'ambiente stanno diventando sempre più importanti per i giovani cinesi: questi sono ambiti in cui Clariant può segnare dei punti».
Clariant ha sede a Muttenz (BL), nel cuore della regione che ospita il fulcro dell'industria chimica svizzera. È nata nel 1995 da uno scorporo del comparto specialità chimiche di Sandoz. A fine dicembre dava lavoro a 13'200 persone nel mondo. Nel 2020 ha realizzato un fatturato di 3,9 miliardi di franchi e un utile di 799 milioni, dovuto peraltro anche alla vendita di un comparto.