COMCOCOMCO: violazione legge sui cartelli fra produttori asfalto bernesi
ats
22.2.2022 - 07:59
Nuovo cartello edilizio in Svizzera: dopo lo scandalo nei Grigioni, questa volta sono i produttori di asfalto bernesi a finire nel mirino della Commissione della concorrenza (COMCO).
ats
22.02.2022, 07:59
22.02.2022, 08:07
SDA
La «Berag Belagslieferwerk Rubigen AG», impresa produttrice di asfalto e leader di mercato nella regione di Berna, per anni ha venduto asfalto ai suoi azionisti a condizioni preferenziali, e quindi a prezzi significativamente più bassi, concedendo inoltre ai suoi clienti un premio fedeltà con un carattere vincolante sul lungo periodo, indica oggi, martedì, in una nota la COMCO. Così facendo ha abusato della sua posizione dominante sul mercato.
L'azienda di Rubigen, un comune a pochi chilometri da Berna, è stata multata di oltre 1,5 milioni di franchi dalla Commissione della concorrenza. Per altri 11 azionisti sono state comminate multe per un totale superiore ai 400'000 franchi.
Alcune parti hanno concluso la procedura con una conciliazione, sottolinea la COMCO, precisando che la decisione può essere oggetto di ricorso davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF).
Fino al 2016 alcuni azionisti si erano accordati per non fare concorrenza a BERAG, nelle vicinanze del suo stabilimento, con propri impianti di produzione di asfalto o con partecipazioni in altri impianti, contribuendo così ad eliminare ogni tipo di concorrenza: dato che il trasporto dell'asfalto è molto costoso, «le imprese di costruzione stradale lo acquistano da un impianto il più possibile vicino al cantiere», spiega la COMCO, sottolineando che BERAG ha il più grande impianto della regione di Berna e la maggior parte dei suoi azionisti sono imprese di costruzione stradale.
Nel 2018 la COMCO – nel contesto della cosiddetta appaltopoli grigionese – ha concluso inchieste sul settore edile nei Grigioni, accertando e sanzionando diverse infrazioni al diritto dei cartelli commesse dalle imprese coinvolte nel periodo tra il 2004 e il 2012. Si è trattato di uno dei più grandi scandali in Svizzera in questo ambito.