Economia sotto pressione Ecco come alcune aziende svizzere evitano il martello dei dazi di Trump

Sven Ziegler

22.9.2025

Läderach ha aperto i suoi negozi negli Stati Uniti.
Läderach ha aperto i suoi negozi negli Stati Uniti.
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Mentre le piccole imprese svizzere soffrono per i dazi punitivi degli Stati Uniti, aziende come Lindt, Nestlé e Läderach hanno da tempo sviluppato strategie per attutire l'impatto delle misure di Donald Trump.

Gregoire Galley

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Dal 7 agosto le esportazioni svizzere negli Stati Uniti sono soggette a dazi del 39%.
  • Grandi aziende come Lindt & Sprüngli e Nestlé evitano i dazi grazie ai siti di produzione negli Stati Uniti.
  • Läderach beneficia del fatto che gran parte del suo valore aggiunto è generato proprio nel mercato USA.

Il 1° agosto, proprio nel giorno della festa nazionale svizzera, il Governo statunitense, guidato dal presidente Donald Trump, ha annunciato nuovi dazi del 39% sulle importazioni dalla Svizzera.

Da allora, l'industria elvetica delle esportazioni sta lottando con le conseguenze, con effetti molto diversi.

Come ha dichiarato il direttore degli affari economici di Friburgo Olivier Curty al quotidiano «La Liberté», le aziende più piccole sono particolarmente colpite.

«Questa tariffa rappresenta un enorme svantaggio competitivo. Le grandi aziende, invece, hanno più possibilità di sviluppare strategie di contrasto».

Esempi sono forniti dai giganti del cioccolato e dell'alimentazione. Lindt & Sprüngli gestisce dal 1989 uno stabilimento a Stratham, nel New Hampshire, dove circa 1'000 dipendenti producono la maggior parte dei suoi prodotti statunitensi.

Questo limita l'effetto diretto delle tariffe, ha dichiarato una portavoce a blue News.

Läderach si affida al proprio business

Anche Nestlé ha una forte presenza negli Stati Uniti: «Più del 90% dei prodotti che vendiamo negli Stati Uniti sono fatti lì», ha spiegato la portavoce Chiara Valsangiacomo.

Sebbene il marchio di cioccolato Läderach continui a produrre in Svizzera, vende quasi esclusivamente attraverso i propri negozi e team negli Stati Uniti.

Il responsabile della comunicazione Matthias Goldbeck sottolinea: «Gran parte del valore aggiunto viene creato direttamente negli Stati Uniti, con 500 dipendenti, investimenti e marketing».

Le tariffe punitive colpirebbero quindi solo una piccola parte dell'attività.

Nonostante queste soluzioni, l'associazione di settore Swissmem mette in guardia dalle pesanti conseguenze: circa il 15% delle esportazioni svizzere negli Stati Uniti sarebbe minacciato e decine di migliaia di posti di lavoro sarebbero a rischio.

Il Consiglio federale sta ancora cercando di ottenere un ammorbidimento delle misure a Washington.