Sarà il Tribunale federale a dover trattare la causa di risarcimento intentata dalla Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS) contro il costruttore automobilistico tedesco Volkswagen e l'importatore Amag a nome dei clienti raggirati nel dieselgate.
La SKS ha infatti indicato oggi di aver presentato ricorso contro una decisione del tribunale commerciale di Zurigo, ritenuta «incomprensibile e inaccettabile».
La fondazione aveva presentato la domanda di indennizzo a nome di circa 6000 proprietari di vetture: autoveicoli che – così veniva argomentato – erano stati pubblicizzati come ecologici al momento della vendita, cosa che in realtà non erano. I prezzi pagati erano stati quindi eccessivi e, a causa delle manipolazione dei sistemi di scarico, le auto avevano perso valore sul mercato dell'usato.
La SKS aveva avviato quindi una sorta di azione collettiva: l'idea non era però piaciuta ai giudici zurighesi, che sul caso avevano statuito in dicembre. A loro avviso l'organizzazione si è presentata come una sorta di veicolo di incasso: questo modo di procedere non è però contemplato dagli statuti della fondazione e in particolare nello scopo. La società non aveva quindi la capacità di agire processualmente in tal modo.
Fin da subito la SKS aveva fatto però sapere di non seguire l'argomentazione della corte. Il mandato della fondazione è proprio quello di salvaguardare gli interessi dei consumatori, veniva affermato. È scattato quindi il ricorso.
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