Dipendenti sorvegliati Credit Suisse, anche Thiam nel mirino Finma?

ATS

27.1.2020 - 09:59

La Finma vuole fare luce sull'operato del numero uno della banca.
La Finma vuole fare luce sull'operato del numero uno della banca.
Source: KEYSTONE/ALEXANDRA WEY

La vicenda del pedinamento dei top manager di Credit Suisse potrebbe avere conseguenze sui massimi vertici della banca: le indagini che sta effettuando la Finma hanno nel mirino anche il Ceo Tidjane Thiam e altri dirigenti, afferma la Reuters.

L'agenzia si basa su informazioni ricevute da due persone vicine al dossier. L'autorità di vigilanza starebbe esaminando il ruolo svolto dagli organi di gestione, per stabilire se una eventuale mancanza di sorveglianza all'interno dell'istituto abbia portato allo spionaggio dei dirigenti.

A seconda dei risultati dell'indagine, la Finma potrebbe ordinare un cambio ai vertici di Credit Suisse: direttori e i membri del consiglio di amministrazione (Cda) che hanno violato il requisito regolamentare della «buona gestione» potrebbero infatti essere chiamati a dare le dimissioni. L'inchiesta sarebbe comunque ancora in una fase preliminare e, secondo le fonti, non sono ancora state tratte conclusioni.

«Nel rispetto degli standard internazionali»

Contattato dalla Reuters, una portavoce della Finma si è rifiutato di commentare queste indiscrezioni. Come noto in dicembre la Finma aveva annunciato la nomina di un revisore indipendente per far luce sulle pratiche di vigilanza della banca.

L'ipotesi che la Finma possa concentrare la propria attenzione sulla direzione o sul Cda è una speculazione, afferma da parte sua un addetto stampa di Credit Suisse. Stando a una delle fonti l'autorità starebbe fra l'altro valutando uno scenario che vede il Cda lasciare mano libera a Thiam, permettendogli di creare una «banca nella banca».

«Assurdo», reagisce il portavoce dell'istituto: «Il presidente e gli altri membri del Cda hanno colloqui regolari e aperti con il Ceo sulle sue attività e sugli affari». Credit Suisse si muove nel rispetto dei massimi standard internazionali ed «è completamente falso suggerire qualcosa di diverso».

Non un caso isolato

Come noto nel settembre scorso aveva tenuto banco per settimane, anche sui media internazionali, la vicenda di Iqbal Khan, il top manager pedinato su ordine dell'istituto, fino al precedente mese di giugno responsabile della gestione patrimoniale di Credit Suisse e dal primo ottobre 2019 in forza a UBS con la stessa funzione (accanto a Tom Naratil).

In dicembre è poi emerso un secondo caso di pedinamento, quello dell'ex capo del personale Peter Goerke, che l'istituto si era visto costretto a confermare in un secondo tempo. In precedenza sia Thiam che il presidente del consiglio di amministrazione Urs Rohner avevano parlato della sorveglianza di Khan come di un caso isolato.

Secondo un'indagine condotta dallo studio legale zurighese Homburger per conto di Credit Suisse sarebbe stato l'allora direttore operativo (COO) Pierre-Olivier Bouée a ordinare le sorveglianze. Né Thiam né Rohner ne erano a conoscenza.

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