Credit Suisse (CS) nel 2020 ha registrato un calo del 22% dell'utile netto a 2,7 miliardi di franchi. A pesare sul risultato, tuttavia già atteso, sono gli ingenti costi per cause legali e una forte svalutazione.
Il risultato ante imposte è crollato del 27% a 3,5 miliardi di franchi, comunica oggi l'istituto. Nella gestione patrimoniale globale, Credit Suisse ha però attirato 19,4 miliardi di franchi svizzeri di nuovi capitali.
Il numero due bancario elvetico pagherà ai suoi azionisti un dividendo di 0,2926 franchi, rispetto agli 0,2776 franchi sborsati nel 2019.
L'anno precedente, la banca aveva archiviato l'esercizio con un utile netto di 3,42 miliardi di franchi, in aumento del 69% su base annua complici anche effetti straordinari.
Quarto trimestre in rosso
La perdita nel quarto trimestre è stata di 353 milioni di franchi, contro un utile di 852 milioni registrato l'anno precedente, indica CS. Con 5,2 miliardi di franchi, l'utile netto dell'ultimo trimestre è stato di circa il 16% inferiore a quello dello stesso periodo dell'anno precedente, sebbene il 2019 fosse segnato da effetti straordinari. Nel complesso, la grande banca si è comportata leggermente meglio di quanto gli analisti si aspettassero.
L'istituto ha tuttavia accantonato 988 milioni di dollari per cause legali legate dovute alle sua attività sui mutui negli Stati Uniti ai tempi della crisi finanziaria, a cui si aggiunge una rettifica di valore di 414 milioni di dollari sulla sua quota di minoranza nella gestione di attivi che la banca detiene in York Capital Management (York), una società di investimento americana. Entrambe sono state contabilizzate nel quarto trimestre.