Pressione sui manager Cresce importanza azionisti attivisti

ATS

17.12.2018 - 10:11

Il CEO di ABB Ulrich Spiesshofer (foto d'archivio)
Il CEO di ABB Ulrich Spiesshofer (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/WALTER BIERI

Cresce l'importanza degli azionisti attivisti, quelli che usano la loro quota in una società per fare pubblicamente pressione sulla dirigenza.

Stando a un calcolo della banca d'investimento americana Lazard nel solo terzo trimestre dell'anno gli interventi sono stati 174, più dei 169 registrati nell'intero 2017.

Fra i fondi di investimento molto attivi figurano in primo luogo gli americani Elliott e Third Point, mentre in Europa - Svizzera compresa - è ben noto il nome della svedese Cevian. Queste società si contraddistinguono per l'approccio tutt'altro che morbido: non esitano a criticare pubblicamente i manager in termini chiari e a impartire lezioni se le prestazioni vengono giudicate inadeguate.

L'ultimo esempio in ordine di tempo è rappresentato da ABB: il presidente della direzione Ulrich Spiesshofer è stato preso di mira fin dal 2016 da Cevian, che premeva affinché il gruppo si separasse dalla divisione Power Grids. Inizialmente Spiesshofer si è rifiutato di farlo, poiché vedeva un grande potenziale in termini di sinergie con il resto dell'impresa; poi però ha dovuto cambiare idea e proprio oggi ABB ha annunciato la cessione del comparto al conglomerato giapponese Hitachi.

Cevian ha operato in modo simile anche con l'azienda di logistica renana Panalpina (il presidente del consiglio di amministrazione Peter Ulber ha dovuto andarsene), Third Point ha fatto lo stesso con il gigante alimentare vodese Nestlé (l'obiettivo è fra l'altro far vendere la quota in L'Oréal) e l'azionista zurighese Veraison si è comportato in modo analogo con il fabbricante friburghese di apparecchi a raggi x Comet (è stata definita deludente la proposta di presidenza del Cda).

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