Epidemia e aziende Gabella di Swissmem: «Non è accettabile pagare i ricoveri dei no-vax»

hm, ats

10.1.2022 - 11:00

François Gabella vuole aumentare la pressione sui non vaccinati.
François Gabella vuole aumentare la pressione sui non vaccinati.
Keystone

È inaccettabile che la collettività paghi per i ricoveri dei no-vax: lo afferma François Gabella, vicepresidente di Swissmem e membro del comitato di Economiesuisse, che auspica un'azione più incisiva nei confronti delle persone che rifiutano il vaccino.

Nell'industria delle macchine ed elettrotecnica (il comparto rappresentato da Swissmem) la situazione è difficile, viste le assenze per malattia e quarantena, spiega il dirigente d'azienda intervenuto stamani ai microfoni della radio romanda RTS.

In particolare le piccole imprese sono confrontate con serie difficoltà di personale. A suo avviso l'ipotesi di alleggerire le regole delle quarantene, come richiesto da alcuni settori economici, è da considerare.

Crisi gestita bene dal Governo

«Generalmente il Consiglio federale e le autorità hanno gestito in modo buono questa crisi, rimanendo nella giusta metà strada fra chiusure o aperture eccessive», sottolinea Gabella, che non vuole pertanto avanzare richieste concrete riguardo per esempio alle durate auspicate delle quarantene.

«Per contro c'è un altro ambito in cui si potrebbe fare di più ed è quello – non mi farò degli amici – delle persone che continuano a dichiarasi opposte alla vaccinazione», prosegue l'intervistato. «Abbiamo oggi un sistema sanitario in ginocchio e che è occupato al 50% da un settimo della popolazione che persiste nella decisione di non immunizzarsi».

«Sono personalmente molto favorevole a un sistema liberale, ma questo deve essere accompagnato con la responsabilità». Secondo Gabella «si potrebbe e si dovrebbe» quindi andare molto oltre alle penalizzazioni per i no-vax dettate dal certificato Covid.

Due misure in più contro chi non si vaccina

«Non credo che si dovrà arrivare a un obbligo vaccinale, ma penso a due misure in particolare. La prima è un confinamento molto più rigido rispetto a quello delle persone vaccinate.

Seconda misura: i costi relativi a un'ospedalizzazione dovuta a una non-vaccinazione sono considerevoli, se si prende un ricovero alle cure intense di parla decine o centinaia di migliaia di franchi. È assolutamente inaccettabile che la collettività si assuma i costi legati a una tale irresponsabilità».

È vero che l'assicurazione malattia si basa sul principio della solidarietà, «ma la solidarietà non è la panacea per una mancanza di responsabilità individuale», prosegue Gabella.

«Se si ritorna alla situazione all'inizio del 2020 si poteva ragionevolmente dubitare dell'efficacia dei vaccini perché erano abbastanza nuovi: dopo undici miliardi di dosi senza che vi sia un solo studio scientifico che dimostri una maggiore pericolosità del vaccino rispetto non vaccinazione continuare a pretendere che la vaccinazione è un'aberrazione è disonesto dal profilo intellettuale o una stupidità», conclude l'esponente di Swissmem.

hm, ats