Import ed export Forte calo del commercio estero nel 2020, esportazioni -7%

hm, ats

28.1.2021 - 10:02

Meno prodotti svizzeri sono partiti verso paesi lontani.
Meno prodotti svizzeri sono partiti verso paesi lontani.
Keystone

Come era nella attese la pandemia di coronavirus ha provocato un crollo del commercio estero svizzero nel 2020: le esportazioni sono scese del 7% a 225 miliardi di franchi, mentre le importazioni sono diminuite dell'11% a 182 miliardi.

Le due flessioni sono le più marcate dal 2009 e l'insieme degli scambi è tornato al livello del 2017, spiega l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) in un comunicato odierno. Lo scarto fra i due cali fa sì che la bilancia commerciale si chiuda con un eccedenza da primato di 43 miliardi di franchi. L'anno è stato caratterizzato da una contrazione record dell'attività nel secondo trimestre, con lo scoppio della pandemia globale; nel terzo e quarto trimestre si è invece assistito a una certa ripresa.

La metà della diminuzione dell'export si spiega con il crollo delle vendite orologiere (-22% a 17 miliardi). Sotto pressione è apparso anche il comparto delle macchine e dell'elettronica (-11% a 28 miliardi), così come quello dei metalli (-11% a 12 miliardi). In contro tendenza si è invece rivelato quello che è ormai diventato il motore del Made in Switzerland nel mondo, il segmento chimico-farmaceutico (+2% a 116 miliardi).

Sul fronte delle importazioni, tutti i principali rami hanno subito un arretramento: si va dal -55% della gioielleria (a 8 miliardi) al -3% dei prodotti chimici e farmaceutici (a 51 miliardi), passando per i metalli (-13% a 13 miliardi), i veicoli (-11% a 17 miliardi) e il ramo delle macchine e dell'elettronica (-6% a 30 miliardi).

A livello regionale spiccano gli scambi con la Cina, che hanno raggiunto un nuovo livello record in entrambe le direzioni. Per quanto riguarda solo l'export, lo stato caratterizzato da un sistema economico di capitalismo comunista segna +10%, mentre l'intero continente asiatico è a -9%. Il Nordamerica è a -6%, l'America latina a -14%, l'Europa a – 6%. Analizzando in dettaglio il vecchio continente emerge come il mercato principale per i prodotti con il simbolo della balestra sia la Germania (-8% a 40 miliardi), seguita da Italia (-8% a 13 miliardi) e Francia (-17% a 12 miliardi).

Per quanto riguarda i tipi di merci importate, spiccano i tessili (in particolare vestiti e mascherine di protezione), che segnano +3%, e le derrate alimentari (+3%). È aumentato anche il volume dei medicinali arrivato in Svizzera (+16%), come pure quello dei prodotti immunologici (+18%).

Tutti i dati indicati sono in termini nominali: corrette in base all'evoluzione dei prezzi, in termini reali le esportazioni annuali sono scese dell'11%, le importazioni del 14%.

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