Materie prime Glencore: estratto meno rame, ma più carbone

ATS

25.10.2019 - 10:39

La multinazionale del canton Zugo ha pubblicato il rapporto sulle sue attività nei primi nove mesi del 2019.
La multinazionale del canton Zugo ha pubblicato il rapporto sulle sue attività nei primi nove mesi del 2019.
Source: KEYSTONE/URS FLUEELER

Glencore, numero uno al mondo nel settore delle materie prime, ha riscontrato difficoltà nell'estrazione di rame durante i primi nove mesi dell'anno. La produzione di carbone e cobalto ha invece registrato un incremento rispetto allo stesso periodo del 2018.

Per quanto riguarda il rame, il calo è stato del 4% a 1,02 milioni di tonnellate, indica oggi la multinazionale basata a Baar (ZG) nel suo rapporto trimestrale in merito all'attività industriale.

L'accelerazione delle estrazioni nella regione del Katanga (Repubblica Democratica del Congo) ha comunque permesso di limitare i danni e ridurre le perdite rispetto al primo semestre. Non è però stato sufficiente per colmare il ribasso causato da altri fattori, come i lavori di manutenzione alla fonderia di Mopani, nello Zambia, o la vendita e l'esaurimento di giacimenti in Sud America.

Il volume del carbone è invece salito dell'8% a 104,0 milioni di tonnellate, spinto dall'integrazione delle attività riprese dal concorrente Rio Tinto. Anche i progressi del gruppo Prodeco in Colombia hanno avuto un impatto positivo. Il sito di Cerrejon, nello stesso Stato, ha invece sofferto limitazioni dovute alla polvere, precisa Glencore.

Significativo l'aumento del cobalto (+21% a 34'400 tonnellate), che ha beneficiato di un periodo di piena produzione nel Katanga. Il petrolio ha approfittato dell'incremento del pompaggio in Ciad e dei primi barili estratti a Bolongo, in Camerun. La crescita è stata dell'8% a 3,6 milioni di barili, parzialmente frenata dal declino delle riserve nella Guinea equatoriale.

Segno più pure per la produzione di zinco (+3% a 809'200 tonnellate), grazie all'importante contributo giunto dalla miniera di Lady Loretta, in Australia. Contrazione invece per il nichel (-2% a 89'400 tonnellate), a causa di difficoltà nell'impianto di Koniambo (Nuova Caledonia).

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