Della multinazionale Holcim Avviata negli USA una causa contro Lafarge per le sue attività in Siria e Iraq

hm, ats

15.12.2023 - 16:00

Lafarge ha dovuto già rispondere delle sue attività in Medio Oriente.
Lafarge ha dovuto già rispondere delle sue attività in Medio Oriente.
Keystone

Il produttore francese di cemento Lafarge, che nel 2015 è stato rilevato dalla multinazionale elvetica Holcim, è oggetto di un nuovo procedimento legale per le sue attività in Siria e in Iraq.

Keystone-SDA, hm, ats

Membri americani della comunità degli yazidi hanno avviato una causa negli Stati Uniti, accusando Lafarge di aver sostenuto lo Stato Islamico.

La notizia diffusa dalla Reuters è stata confermata all'agenzia Awp da un portavoce di Lafarge. Come noto il gruppo francese è stato accusato in passato di aver versato tangenti, nel 2013 e 2014, all'organizzazione che propugna il califfato islamico, con l'obiettivo di poter continuare a mantenere attiva la produzione di cemento in Siria.

Le persone all'origine della causa depositata presso una corte federale di New York sostengono di essere state sottoposte, insieme alle loro famiglie, a persecuzioni e violenze: chiedono quindi un risarcimento. Fra i propugnatori del procedimento figura Nadia Murad, vincitrice del Premio Nobel per la pace 2018.

L'attivista yazidi – gruppo di popolazioni di stirpe e lingua curda, con una propria religione sincretistica, che nella storia è stata oggetto di sistematiche persecuzioni- era stata premiata per il suo lavoro volto a porre fine all'uso della violenza sessuale come arma di guerra. A rappresentare i querelanti vi sono l'avvocata Amal Clooney – dal 2014 sposata con l'attore americano George Clooney – e l'ex diplomatico statunitense Lee Wolosky.

Non è la prima volta che Lafarge viene citata in giudizio per la sua attività in Medio Oriente: nell'ottobre 2022 la società si è dichiarata colpevole, davanti a un tribunale federale statunitense, di accuse relative a pagamenti a gruppi considerati terroristici dagli Stati Uniti, tra cui lo Stato Islamico. L'azienda aveva accettato la confisca di 687 milioni di dollari (596 milioni di franchi al cambio attuale) e una sanzione finanziaria di 90 milioni di dollari.