L'India lancia il «bitcoin di stato»: la rupia digitale è stata annunciata oggi al Parlamento di Delhi dalla ministra alle Finanze Nirmala Shitaraman, durante la presentazione del Bilancio.
Keystone-SDA
01.02.2022, 17:26
01.02.2022, 18:02
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La criptovaluta statale, della quale non sono stati dati ulteriori dettagli, sarà gestita dalla Reserve Bank of India, la Banca Centrale indiana, ed entrerà in vigore nel marzo dell'anno prossimo.
Oltre alla «rupia digitale» Shitaraman ha presentato una tassa del 30 per cento, che verrà applicata dal prossimo aprile sui tutti i guadagni delle criptovalute e delle piattaforme digitali. In aggiunta alla tassa sui profitti, viene istituito un prelievo dell'uno per cento, alla sorgente, su tutte le transazioni nell'ambito digitale.
Nel suo discorso al Parlamento, Sitharaman ha ricordato che «il paese ha registrato una crescita fenomenale delle transazioni che usano la moneta digitali», e ha sottolineato che era divenuto imperativo per il governo istituire un regime fiscale specifico.
L'India è il paese del mondo che ha vissuto negli ultimi tempi la più rapida crescita delle criptovalute, trainate dall'adesione entusiasta di varie star di Bollywood e da influencer: secondo i dati di Chaianalysis, nel solo 2021 lo scambio di bitcoin in India è cresciuto del 650 per cento, secondo solo al Vietnam.
Entrate nel paese dieci anni fa, le criptovalute sono state proibite dalla Banca centrale nel 2018 per arginare le truffe, cresciute anch'esse, in parallelo, esponenzialmente; la Corte Suprema le ha tuttavia riammesse nel 2020.
Qualche mese fa, il premier Narendra Modi aveva messo in guardia «i giovani indiani sul rischio di vedere infranti i sogni per il futuro con investimenti in mani non sicure», mentre il governo aveva annunciato l'intenzione di mettere al bando definitivamente tutte le criptovalute private.
La svolta della strategia di Delhi annunciata oggi è stata salutata positivamente dagli operatori delle blockchain: «istituire una tassa significa che non ci saranno più divieti».