Finanza verde Investimenti sostenibili, Novakovic: «Servono standard globali»

hm, ats

17.9.2021 - 14:00

Non tutta la finanza venduta come verde è tale veramente.
Non tutta la finanza venduta come verde è tale veramente.
Keystone

Il mondo della finanza sta vivendo un boom degli investimenti sostenibili, ma per preservare il comparto dalle accuse di ecologismo di facciata sono necessari standard globali: ne è convinta Christl Novakovic, responsabile UBS per l'Europa.

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«Oggi non siamo d'accordo su cosa significhi sostenibilità», afferma la manager in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt. Questo rende difficile concordare criteri e obiettivi per l'intera economia.

«Credo anche che molti stiano affrontando il tema in modo molto ingenuo», prosegue la 57enne con studi alla università Bocconi di Milano. «Tutti possono unirsi per proteggere il clima, ma pochi pensano a ciò che questo significa: trasformare il nostro modello economico dei combustibili fossili dopo 250 anni non si può fare da un giorno all'altro».

Novakovic sottolinea che la lotta al cambiamento climatico fa parte della strategia di UBS già dal 2014. «Abbiamo rinunciato a certi prodotti e non finanziamo più alcuni progetti». Oggi la grande banca offre ai suoi clienti come standard un mandato di gestione patrimoniale sostenibile. «Coloro che non vogliono l'investimento verde devono prendere una decisione consapevole». In realtà però questi investitori al momento non ci sono, perché i prodotti sostenibili hanno performance migliori. «E gli investitori, alla fine, sono solo persone alla ricerca di rendimenti».

La responsabile europea di UBS ritiene comunque che senza standard uniformi nell'area ESG (environmental, social and governance, cioè ambientali, sociali e di buon governo d'impresa) il rischio per l'industria finanziaria sia «estremamente alto». «Se gli investitori hanno la sensazione che ci sia un imbroglio, che qualcuno stia approfittando della loro buona coscienza, abbiamo un problema come industria. Ecco perché abbiamo bisogno di standard globali. Che non lascino spazio agli aspiranti salvatori del mondo».