Banche e impiego Julius Bär sta tagliando altri 280 posti di lavoro

hm, ats

1.2.2021 - 14:00

Il 2020 è andato bene, ma la banca vuole comprime ulteriormente i costi.
Il 2020 è andato bene, ma la banca vuole comprime ulteriormente i costi.
Keystone

Julius Bär sta tagliando altri 280 posti di lavoro a livello globale, come parte del suo programma di risparmi annunciato lo scorso anno.

Lo ha indicato il responsabile delle finanze Dieter Enkelmann, durante la presentazione dei conti annuali della banca zurighese presente anche a Lugano.

L'istituto aveva fatto sapere che avrebbe ridotto i suoi costi di 200 milioni di franchi entro il 2022, attraverso misure di stimolo della produttività e dell'efficienza. Finora lo specialista della gestione patrimoniale ha raggiunto risparmi di 130 milioni e l'anno scorso sono stati soppressi 300 impieghi, ha spiegato Enkelmann. Nel 2021 la spesa sarà ridotta di ulteriori 70 milioni.

Dei costi totali del programma di ristrutturazione di 60 milioni di franchi circa la metà, ovvero 31 milioni di franchi, sono stati sostenuti nel 2020, ha aggiunto il CFO. Il resto dovrebbe andare a carico dell'esercizio in corso.

Oltre a snellire l'organico la banca ha ridotto anche la sua impronta geografica. È stato chiuso l'ufficio di rappresentanza al Cairo, sono state vendute attività nelle Bahamas e in Uruguay si è proceduto a una riorganizzazione.

Al contempo Julius Bär – che in altri Paesi, Italia in primis, si presenta anche come Julius Baer – intende anche espandere ulteriormente la sua base di ricavi. Dei miglioramenti dei proventi di circa 150 milioni previsti nel programma 2020, circa 70 milioni sono stati raggiunti nel 2020. Altri 70 milioni dovranno essere realizzati nell'anno in corso, tra l'altro riducendo ulteriormente le posizioni di liquidità dei clienti o concentrandosi sugli ultra super ricchi (UHNW: ultra-high-net-worth individuals: cioè nel gergo finanziario coloro che dispongono di oltre 30 milioni di dollari)

A livello geografico la banca nei prossimi anni intende concentrarsi sul mercato svizzero. Il marchio Julius Bär è molto conosciuto nella Confederazione, ha detto il CEO Philipp Rickenbacher. Al contempo però l'istituto è spesso erroneamente percepito come una banca per clienti stranieri. La società vuole anche espandersi ulteriormente in Asia, in particolare in Cina.

Il presidente della direzione ha detto di aspettarsi che l'autorità di vigilanza Finma revocherà nel corso del 2021 le restrizioni imposte alle grandi acquisizioni, una misura che i funzionari bernesi avevano adottato nel febbraio 2020 dopo aver ravvisato gravi lacune in materia di lotta al riciclaggio.

L'utile netto 2020 è salito del 50% a 698 milioni di franchi. Le novità odierne sono state bene accolte dagli analisti, ma in borsa il titolo Julius Bär è arrivato a perdere sino al 4%. Un'evoluzione che potrebbe essere quindi vista come frutto di realizzi di guadagno, dopo una performance buona nell'ultimo anno.

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