Lotta alla tubercolosi Manifestazione di MSF a Zugo

ATS

17.10.2019 - 16:09

Attivisti di Medici senza frontiere (MSF) manifestano davanti al campus di Johnson & Johnson (J&J) a Zugo.
Attivisti di Medici senza frontiere (MSF) manifestano davanti al campus di Johnson & Johnson (J&J) a Zugo.
Source: KEYSTONE/URS FLUEELER

Medici senza frontiere (MSF) chiede a Johnson & Johnson (J&J) di ridurre il prezzo del suo farmaco contro la tubercolosi. In totale 35 persone si sono riunite oggi a Zugo, davanti al campus della società farmaceutica, per sottolineare la richiesta.

La manifestazione di Zugo fa parte di una mobilitazione globale lanciata da MSF per chiedere a J&J di abbassare a 1 dollaro al giorno per paziente il costo della «bedaquilina», uno dei principali farmaci contro la malattia infettiva che ogni anno uccide 1,6 milioni di persone.

Attivisti ed ex pazienti sopravvissuti alla TBC sono scesi in piazza di fronte alle sedi di J&J anche negli Stati Uniti, in Belgio, Brasile, Sudafrica Ucraina e Spagna, indica l'ong sul suo sito internet.

Johnson & Johnson detiene in molti paesi il brevetto della bedaquilina, hanno sottolineato gli attivisti di MSF a Zugo. Il prezzo più basso del farmaco è attualmente di 2 dollari, ossia 1200 dollari per un trattamento di 20 mesi di cui hanno bisogno molti pazienti. I prezzi elevati impediscono a molti paesi particolarmente colpiti dalla tubercolosi di ampliare i loro programmi nazionali di cura.

La bedaquilina – scrive MSF – rappresenta un punto di svolta per centinaia di migliaia di persone affette da forme di TBC resistenti ai farmaci. Con i vecchi trattamenti, queste persone vivono l'incubo di cure complesse e pericolose: fino a 20 pillole al giorno (14'600 in due anni), dolorose iniezioni quotidiane, gravissimi effetti collaterali come psicosi, nausea persistente, sordità e persino la morte.

MSF giustifica la sua richiesta, affermando che la bedaquilina è stata sviluppata con ingenti somme di denaro pubblico, delle organizzazioni no profit e di donazioni filantropiche. La comunità di ricerca, i ministeri della salute e le organizzazioni non governative come MSF hanno svolto un ruolo decisivo negli studi sull'uso del farmaco.

Interpellato dall'agenzia Keystone-ATS, un portavoce di J&J non ha voluto commentare la richiesta dell'ong. La bedaquilina – ha precisato il portavoce – è un farmaco economico e il suo costo è sui livelli di altri farmaci generici che vengono utilizzati da diversi decenni.

La bedaquilina è uno degli unici tre nuovi farmaci contro la tubercolosi sviluppati negli ultimi 50 anni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo raccomanda come componente chiave delle nuove terapie orali. In base ai programmi nazionali per la lotta alla tubercolosi, finora meno di 12'000 persone sono state trattate con la bedaquilina. Si stima inoltre che l'80% cento delle 558'000 persone che – secondo l'OMS – sviluppano ogni anno una forma di TBC resistente ai farmaci, avrebbe bisogno di una terapia con la bedaquilina.

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