Le mascherine respiratorie «Made in Switzerland» prodotte dall'azienda sangallese Flawa specificamente contro il coronavirus non possono ancora essere consegnate.
Manca infatti la certificazione dell'istituto di controllo tedesco TÜV Nord, che ha contestato un punto dei circa 40 criteri testati.
L'azienda di Flawil (SG), nota soprattutto per l'ovatta, ha comunicato oggi che avrà bisogno di un secondo tentativo. Tutti gli altri parametri, in particolare le prestazioni del filtro delle maschere, sono stati soddisfatti.
Per motivi legati al segreto aziendale, Flawa preferisce non rivelare nel dettaglio su cosa è stato chiesto un miglioramento, ha spiegato un portavoce all'agenzia AWP.
Questi ha però precisato che si è trattato di un piccolo aggiustamento, risolvibile molto rapidamente.
Per poter superare anche l'ultimo ostacolo nel più breve tempo possibile, la società ha ora presentato al TÜV Nord campioni di mascherine adattate. Quanto ci vorrà per il secondo test è però incerto. Non appena arriverà il via libera con la certificazione, Flawa intende vendere il prodotto a privati, dipendenti sanitari e aziende. L'offerta sarà anche allargata allo shop online.
Priorità al mercato svizzero
La priorità per le consegne sarà data al mercato svizzero. Tuttavia, a seconda della domanda, le mascherine, che sono riutilizzabili, saranno vendute pure all'estero. Con le capacità attualmente disponibili, Flawa ne può produrre circa 60'000 al giorno.
«Naturalmente avremmo voluto ottenere l'okay già al primo colpo», dichiara, citato in una nota, il boss di Flawa Claude Rieser. Ma la società, sottolinea, si sta lanciando in un campo d'attività completamente nuovo, che prima non esisteva in Svizzera.
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