SvizzeraIl CEO di Raiffeisen: «Meno soldi sui conti bancari della gente, la concorrenza aumenta»
hm, ats
9.2.2024 - 16:00
Gli svizzeri hanno meno soldi in banca e di conseguenza la concorrenza fra gli istituti aumenta.
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09.02.2024, 16:00
09.02.2024, 16:19
SDA
Lo sostiene Heinz Huber, presidente della direzione di Raiffeisen, che respinge anche le accuse di chi sostiene come le banche, ora che sono aumentati i tassi d'interesse, facciano doppiamente la cresta.
«La concorrenza si è intensificata», afferma il 60enne in un'intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger (TA). «Il motivo è semplice: le banche prestano più denaro per le ipoteche. Un modo per rifinanziare i mutui è rappresentato dai depositi dei clienti. Ma da circa un anno questi ultimi sono complessivamente in calo in Svizzera».
«Le persone risparmiano meno»
«Le persone risparmiano meno», constata il dirigente in carica dal 2019 e con trascorsi fra l'altro presso Credit Suisse. «A causa dei tassi di interesse più elevati, alcuni clienti hanno probabilmente estinto il mutuo o investito il loro denaro in titoli. In ogni caso, nei conti bancari c'è meno denaro di prima. Ciò sta intensificando la competizione tra le banche.
Ma non è possibile – argomentano i giornalisti di TA – che le persone abbiano bisogno di più denaro e risparmino meno a causa dell'inflazione? «Sì, ma senza alcuna influenza significativa sul comportamento generale di risparmio: il rincaro dovrebbe essere molto più alto».
E le commissioni per la tenuta dei conti?
Ci sono però intanto istituti che rinunciano alle commissioni per la tenuta dei conti. «Al momento noi non vediamo la necessità di adeguare le tariffe», osserva a questo proposito il manager. Per noi è importante poter offrire un pacchetto complessivo interessante: non si tratta solo delle tasse, ma anche del livello degli interessi».
Se i clienti non vogliono pagare nulla, possono trovare fornitori che offrono molti servizi gratuitamente, ad esempio le neo-banche. «Ma allora devono essere disposti a scendere a compromessi anche per quanto riguarda il servizio clienti».
I giovani non vogliono recarsi in banca
«La cosa più importante per i clienti è una banca affidabile e vicina», sostiene lo specialista con studi a Lucerna, Berna, New York e Boston. «Lo abbiamo visto l'anno scorso, quando si profilava una crisi finanziaria. Tuttavia, c'è anche un segmento di clientela più giovane che non vuole più necessariamente recarsi in banca. Per questo stiamo ampliando i nostri servizi digitali».
«A un certo momento, però, anche questi clienti arriveranno a un punto in cui avranno bisogno di una consulenza personalizzata. Ad esempio quando vogliono acquistare una casa: quasi nessuno lo fa completamente online. E se sono già soddisfatti della loro banca, non hanno bisogno di cambiare».
Un scrematura coi tassi d'interesse e ipotecari?
Da quando i tassi di interesse hanno ricominciato a salire, i profitti delle banche sono aumentati rapidamente: le banche – chiedono i cronisti del quotidiano zurighese – stanno facendo una doppia scrematura, prima con le commissioni e poi con l'aumento dei tassi ipotecari?
«Abbiamo avuto tassi di interesse negativi per otto anni», risponde lo specialista. «Durante questo periodo, avremmo dovuto applicare tassi di interesse negativi ai clienti privati. Non l'abbiamo fatto con i nostri clienti storici. Ora i tassi di interesse sono di nuovo positivi e l'attività si sta normalizzando. Di conseguenza, molti dei nostri clienti ipotecari stanno ancora beneficiando di un finanziamento molto favorevole per le loro case. Solo al momento del rinnovo dei mutui si applicherà il tasso d'interesse attuale».
«Raiffeisen non massimizza i profitti»
Il detto «alla fine la banca vince sempre» corrisponde al vero, nella situazione attuale»? «Raiffeisen non massimizza i profitti», ribatte Huber. «Oltre il 90% dei nostri utili viene destinato alle riserve. Questo ci rende molto stabili. Anche la popolazione svizzera ne trae vantaggio: perché non ha certo voglia di rischiare di nuovo, come ha fatto l'anno scorso con Credit Suisse o in precedenza con UBS».
«Inoltre, non abbiamo azionisti stranieri, ma più di 2 milioni di soci cooperatori. Questo fa una grande differenza», conclude il dirigente che nel 2022 (ultimo dato disponibile) ha incassato uno stipendio di 1,5 milioni di franchi, a cui si è aggiunto un contributo di cassa pensioni per altri 460'000 franchi.