Farmaceutica Il mercato dei medicamenti in crescita nel 2021

tv, ats

1.2.2022 - 14:42

Il settore farmaceutico chiede condizioni quadro favorevoli alla ricerca anche in futuro. Nella foto le torri Roche a Basilea.
Il settore farmaceutico chiede condizioni quadro favorevoli alla ricerca anche in futuro. Nella foto le torri Roche a Basilea.
Keystone

Il mercato svizzero dei medicamenti è nuovamente cresciuto fortemente nel 2021, anche se – come nei tre anni precedenti – la riduzione dei prezzi ha comportato un netto rallentamento.

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Lo scorso anno il fatturato è salito del 4,4% rispetto al 2020, a 6,62 miliardi di franchi; l'ultimo incremento di oltre quattro punti percentuali risale al 2017. Se non fosse per il calo dei prezzi la progressione sarebbe stata del 6,7%, comunicano oggi le associazioni del ramo Interpharma e Vips. In termini di volume la quantità di confezioni è invece scesa dello 0,6% a 181,8 milioni.

La domanda è stata molto elevata lo scorso anno, e anche il volume delle terapie nuove e innovative è aumentato, affermano le due associazioni. Un terzo delle vendite ha interessato il campo dei tumori (+7,8% a 1,32 miliardi di franchi), delle malattie autoimmuni (+8,5% a 796,1 milioni) e degli antivirali (-6,1% a 246,6 milioni).

Secondo Interpharma la pandemia ha dimostrato l'importanza delle aziende farmaceutiche che svolgono attività di ricerca. Ciò è stato possibile grazie a condizioni quadro «favorevoli alla ricerca», le quali devono restare «adeguate» anche in futuro.

Tre grandi sfide nel 2022

Quest'anno i temi principali che occuperanno il settore sono l'iniziativa popolare «Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani» in votazione il 13 febbraio, le relazioni Svizzera-Unione europea e l'accesso ai medicamenti.

Per quel che riguarda l'iniziativa, Interpharma spera in una bocciatura: l'industria farmaceutica ha oltre 8'000 medicamenti in via di sviluppo, ad esempio nel campo dell'Alzheimer, dei tumori, del diabete e delle malattie infettive o rare: «la Svizzera rischia di tagliarsi fuori da queste innovazioni», ha messo in guardia l'associazione, preoccupata anche per il divieto d'importazione previsto dall'iniziativa.

Quanto alle esportazioni di medicamenti svizzeri, Interpharma sottolinea che la competitività del ramo – che vende quasi la metà dei suoi prodotti nell'UE – dipende fortemente dalle buone relazioni tra Berna e Bruxelles e dalla partecipazione della Svizzera al mercato unico europeo.

L'attuale incertezza inerente ai rapporti con l'UE crea notevole insicurezza nella pianificazione per le aziende e nuoce già ora all'attrattiva della piazza elvetica. «Già solo fino al 2033 per il settore è in gioco una creazione di valore di oltre 25 miliardi di franchi», afferma l'associazione.

Questa chiede soluzioni politiche per il mantenimento e l'attualizzazione degli accordi attuali con Bruxelles e perché venga riportata stabilità nelle relazioni bilaterali. Inoltre auspica riforme per rafforzare l'attrattiva della piazza farmaceutica svizzera e che venga assicurato l'accesso ad altri mercati e piazze di ricerca internazionali, ad esempio con un accordo di riconoscimento reciproco con gli Stati Uniti.

Terza priorità: l'accesso «rapido e paritario» per i pazienti ai medicamenti innovativi a partire dal giorno dell'omologazione da parte di Swissmedic. Il lasso di tempo tra l'autorizzazione e l'ammissione nella lista delle specialità, e quindi il rimborso da parte delle casse malattia, è passato in media da 62 giorni nel 2015 a 267 attualmente, deplora Interpharma. Solo il 6% delle richieste è stato elaborato entro 60 giorni come previsto dalla relativa ordinanza, mentre in oltre un terzo dei casi ci è voluto più di un anno.