Nel 2019 Mikron ha subito in pieno il calo della domanda da parte dell'industria automobilistica. Il giro d'affari è sì salito del 4,1% su base annua a 327,6 milioni di franchi, ma le nuove commesse sono scese del 20,4% a 288,5 milioni.
La contrazione era attesa, afferma il produttore di macchine utensili con sede a Bienne (BE) e uno stabilimento ad Agno in un comunicato diramato oggi. Difatti, nel 2018 taluni grandi ordinativi avevano condotto a un nuovo record per le commesse in entrata.
Da metà 2019 la divisione delle macchine per la lavorazione dei metalli (Machining Solutions) non è più riuscita a compensare il forte calo delle ordinazioni da parte dell'industria automobilistica. Risulta così una flessione annua del 26,4% a 119,4 milioni di franchi, per un fatturato sceso del 5,5% a 151,5 milioni.
Al contempo il comparto Automation è riuscito a sfruttare nuove chance di mercato, in particolare nelle tecniche mediche. Per essere pronti per la futura crescita in tale segmento Mikron ha deciso di ampliare lo stabilimento di Boudry (NE) con un moderno centro d'ingegneria e montaggio. Anche Automation ha tuttavia subito un calo delle nuove commesse (-15,8% a 169,2 milioni), mentre le vendite sono salite del 14,2% a 177,2 milioni.
Gli ordinativi in portafoglio dell'intero gruppo sono diminuiti del 19,6% rispetto al valore record raggiunto a fine 2018, a 157,4 milioni di franchi.
Sulla base di queste cifre provvisorie Mikron conferma le sue previsioni relative all'utile operativo EBIT, ossia una cifra sui livelli dell'anno precedente (13,9 milioni di franchi). L'utile netto dovrebbe invece scendere da 12,2 a circa 8 milioni, a causa di imposte più elevate rispetto al 2018. Il gruppo aveva già lanciato un avvertimento sugli utili in dicembre.
A causa della difficile situazione in cui si trova l'industria automobilistica, in novembre l'azienda aveva invece annunciato una riduzione dei posti di lavoro nello stabilimento di Agno, che contava 370 impieghi, incluso il licenziamento di circa 25 collaboratori. Attualmente non è previsto un ulteriore taglio dell'organico, ha dichiarato oggi all'agenzia AWP il direttore delle finanze Javier Perez Freije.
I licenziamenti si aggiungevano alla decisione di introdurre la disoccupazione parziale a partire dal 1. novembre. A questo proposito Perez Freije ha spiegato che è difficile prevedere quanto a lungo sarà mantenuta questa misura: dipenderà dalle condizioni di mercato e dall'evoluzione delle commesse. «Non sono in grado di valutare quanto durerà la crisi dell'industria automobilistica», ha affermato, ma personalmente egli ritiene che perdurerà ancora per diverso tempo.
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