Nestlé si ritira dalla Birmania: la multinazionale alimentare vodese segue l'esempio di altre aziende straniere, che hanno lasciato il Paese sulla scia del colpo di stato del febbraio 2021.
hm, ats
27.02.2023, 20:00
27.02.2023, 20:32
SDA
A causa dell'"attuale situazione economica» la fabbrica del gruppo a Yangon (Rangoon) e la sua sede centrale «cesseranno le operazioni», ha indicato un portavoce all'agenzia Afp, senza peraltro indicare date. «Faremo tutto il possibile per sostenere tutti coloro che saranno colpiti dalla decisione», ha aggiunto.
Non sono disponibili dettagli sul numero dei dipendenti locali. Una società birmana commercializzerà e distribuirà i prodotti Nestlé a partire dalla Thailandia, dalla Malaysia e dalle Filippine, ha precisato l'addetto stampa.
La Birmania è nel caos dal putsch di due anni or sono che ha rovesciato il governo civile di Aung San Suu Kyi e fatto precipitare l'economia. La successiva repressione del dissenso ha scatenato scontri in ampie zone. Da quando l'esercito ha preso il potere più di 3000 persone sono state uccise e oltre 19'000 sono state arrestate, secondo un gruppo locale.
Diverse multinazionali hanno nel frattempo lasciato la Birmania, in parte su pressione delle organizzazioni per i diritti umani: fra queste la francese TotalEnergies, la statunitense Chevron e l'australiana Woodside, il produttore di birra giapponese Kirin, l'azienda britannica di tabacco BAT e l'operatore norvegese di telecomunicazioni Telenor.