Svizzera Non c'è un'ondata di fallimenti aziendali, ma crescono le bancarotte privati

hm, ats

6.9.2021 - 12:00

La chiusura è a volte l'unica via d'uscita.
La chiusura è a volte l'unica via d'uscita.
Keystone

La prevista ondata di fallimenti aziendali legata alla pandemia non si sta ancora verificando in Svizzera: le chiusure sono solo leggermente aumentate nel 2021, mentre si conferma il boom di nuove imprese. E nel contempo aumentano le bancarotte di privati.

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Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono dalle statistiche pubblicate oggi dalla società di informazioni economiche Creditreform.

In agosto hanno depositato i bilanci per insolvenza 381 ditte, il 4,8% in meno di un anno fa. A queste vanno aggiunte le cessazioni d'attività per lacune nell'organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni), che sono state 141 (+72%). Complessivamente quindi i fallimenti hanno interessato 522 società (+8,3%). Sull'arco dei primi otto mesi dell'anno le insolvenze sono state 3175 (+1,5%), il totale delle chiusura 4519 (+2,3%).

«Dopo il forte calo dei fallimenti aziendali nell'aprile 2020 si doveva supporre che il loro numero sarebbe tornato ad aumentare massicciamente, non appena le varie misure statali sarebbero state revocate o avessero perso di efficacia: questo però non è finora successo», commentano gli specialisti di Creditreform.

Le bancarotte di privati sono per contro in sensibile progressione: in agosto si sono attestate a 663, con un incremento dell'1,4% su base annua, e nel periodo gennaio-agosto il dato ha raggiunto quota 6052 (+14,7%). «È probabile che la crisi, malgrado le misure di sostegno della Confederazione, abbia comportato una difficile situazione di liquidità per diverse economie domestiche, di modo che l'unica opzione si è rivelata quella di rivolgersi al giudice dei fallimenti», ipotizzano gli esperti.

Tornando nell'ambito delle imprese rimane notevole la crescita delle nuove iscrizioni al registro di commercio, che nei primi otto mesi dell'anno sono state 34'113, il 14,3% in più dello stesso periodo del 2020. Contando che le radiazioni sono rimaste stabili a 19'200 si ottiene una crescita netta di 14'913 imprese. Per l'insieme dell'anno Creditreform si aspetta 51'600 iscrizioni (+10%).

«Questo sviluppo è in linea con le previsioni degli esperti congiunturali: il crollo dell'economia temuto all'inizio della crisi del coronavirus non si è verificato e le aspettative per i prossimi mesi sono complessivamente molto positive», si legge in un comunicato. «Certo, ci sono ancora settori che hanno sofferto di più le conseguenze della crisi e sui quali il pericolo di un inasprimento delle misure di protezione pende come una spada di Damocle», mette in guardia Creditreform.