Epidemia e congiuntura Pil svizzero rimbalza più di attese, +7,2% trimestre, ma -1,6% anno

hm, ats

1.12.2020 - 09:23

L'economia elvetica pare risollevarsi dalla crisi pandemica.
L'economia elvetica pare risollevarsi dalla crisi pandemica.
SDA

L'economia svizzera si è mostrata in ripresa nel terzo trimestre, con il prodotto interno lordo (Pil) che ha beneficiato di un forte rimbalzo, anche superiore al previsto: il Pil è cresciuto del 7,2% rispetto al periodo aprile-giugno, quando sulla scia delle restrizioni dovute alla pandemia aveva subito un crollo record del 7,3%. Su base annua (cioè in confronto al terzo trimestre 2019) si registra per contro un calo dell'1,6%.

Nella terza parte dell'anno il Pil è cresciuto vigorosamente, recuperando circa tre quarti del crollo registrato nel primo semestre, pari all'8,6%, commenta la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) in un comunicato odierno. La domanda interna e alcuni comparti del terziario si sono ripresi molto bene, mentre l'export ha risentito degli sviluppi internazionali.

Un rimbalzo era chiaramente atteso dagli specialisti, ma si è rivelato leggermente superiore al previsto: gli economisti interpellati dall'agenzia finanziaria Awp scommettevano infatti su una progressione trimestrale compresa fra 5,0% e 7,0%.

Da parte sua la Seco sottolinea che il Pil è ancora inferiore di «un buon 2%» al livello pre-crisi della fine 2019. Rispetto ai paesi limitrofi l'economia elvetica ha comunque finora subito in maniera relativamente meno pesante i contraccolpi della crisi del Covid-19, argomentano i funzionari bernesi.

Nel dettaglio, in seguito al progressivo allentamento delle misure anti-pandemia i consumi privati si sono ripresi bene, salendo dell'11,9% nel terzo trimestre. Anche gli investimenti in beni di equipaggiamento (+8,8%) e quelli in costruzioni (+5,1%) sono di nuovo aumentati in modo marcato. Nel complesso la domanda finale interna ha registrato una crescita record dell'8,9%, ma rimane del 2% circa inferiore ai livelli pre-crisi. In modo netto sono salite anche di conseguenza le importazioni di merci e servizi (rispettivamente +11,2% e +9,9%).

Il forte recupero della domanda di consumo da parte della popolazione è andato a beneficio soprattutto dei comparti del terziario orientati al mercato interno. A titolo d'esempio il commercio al dettaglio mostra un +6,0%, anche per effetto del volume minore di viaggi all'estero. La situazione si è rivelata propizia pure per il commercio all'ingrosso. Ma anche i servizi sanitari e sociali (+12,0%) mostrano un forte incremento, con la ripresa dei trattamenti non urgenti.

Forti controtendenze rispetto ai crolli dei due trimestri precedenti si sono avute nei settori della cultura, dell'intrattenimento e delle attività ricreative (+61,9%), nonché nel ramo alberghiero e della ristorazione (+72,9%). La riapertura delle strutture sportive, ricreative, culturali e di ristorazione ha determinato un forte balzo in avanti: questi comparti sono rimasti comunque ben al di sotto dell'attività pre-crisi. Questo perché da un lato durante l'estate sono rimaste in vigore alcune restrizioni di politica sanitaria, comprese quelle relative ai grandi eventi, mentre dall'altro è rimasto molto basso il numero di turisti stranieri.

Per quanto riguarda l'export di beni (+6,9%) si è assistito a un rimbalzo più forte rispetto al trimestre precedente, cosa che ha sostenuto anche il valore aggiunto dell'industria manifatturiera (+8,6%). Nemmeno in questo caso si è però ancora tornati ai livelli del 2019: la crisi del coronavirus continua ad avere un forte impatto sui settori industriali sensibili alle variazioni congiunturali, sottolinea la Seco.

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