Banche Il presidente Powell lancia la svolta alla Fed, al via la stagione dei tagli

SDA

23.8.2024 - 20:07

Il presidente della Federal Reserve americana Jerome Powell. (foto d'archivio)
Il presidente della Federal Reserve americana Jerome Powell. (foto d'archivio)
Keystone

La Federal Reserve è pronta a tagliare i tassi già in settembre. Dal palco di Jackson Hole, il presidente Jerome Powell ha detto che la banca centrale si avvia ad agire prime delle elezioni americane, anche se questo la esporrà probabilmente a critiche.

«È giunto il momento di adeguare la nostra politica» monetaria: «la direzione da prendere è chiara e la tempistica e il ritmo dei tagli dipenderanno dai dati economici, dall'evoluzione delle prospettive e dall'equilibrio dei rischi», ha detto Powell confermando la tesi di analisti e investitori, convinti da tempo che la tanta agognata riduzione del costo del denaro ci sarà il mese prossimo.

Il presidente della Federal Reserve (Fed) non si è sbilanciato sulla possibile entità del taglio, se sarà dello 0,25% o dello 0,50%. Di fronte al raffreddamento del mercato del lavoro, alcuni analisti sono convinti che la Fed procederà con una maxi-riduzione da 50 punti base.

«Rischi rialzo inflazione diminuiti»

Gli economisti invece non ritengono che ci siano le condizioni per una mossa così forte: l'economia infatti ha rallentato ma non si è fermata, e il mercato del lavoro ha subito una frenata senza però un'ondata di licenziamenti. L'ipotesi più accreditata al momento è quella di tagli da 25 punti base per tutte e tre le restanti riunioni del 2024.

Dicendosi «più fiducioso» su un calo dell'inflazione verso l'obiettivo del 2%, Powell ha notato «l'inequivocabile» rallentamento dell'occupazione americana e ha assicurato: «Faremo tutto il possibile per sostenere un mercato del lavoro forte mentre facciamo ulteriori progressi verso la stabilità dei prezzi. Un ulteriore raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro non sarebbe il benvenuto». I rischi al rialzo per l'inflazione, ha aggiunto, sono «diminuiti, mentre quelli al ribasso per l'occupazione sono aumentati».

Trump parla di interferenza elettorale

Un taglio dei tassi alla riunione del 17-18 settembre, a poco meno di due mesi dalle presidenziali americane, è destinato a esporre la Fed a dure polemiche. Donald Trump l'ha già messa in guardia dal non toccare i tassi prima del voto. Farlo sarebbe una decisione politica e quindi un'interferenza elettorale, ha spiegato l'ex presidente.

Secondo indiscrezioni, Trump sarebbe intenzionato a rivedere le regole per consentire a qualsiasi presidente americano di poter dire la sua sulla politica monetaria, di fatto strappando alla Fed l'indipendenza che Powell – nominato dallo stesso Trump – difende da anni a spada tratta.

Le Borse brindano

Un taglio dei tassi potrebbe stimolare l'economia e quindi, è l'idea dell'ex presidente favorire i democratici, che da settimane accusano la Fed di muoversi troppo lentamente con il rischio di far scivolare gli Stati Uniti in recessione. Plaude invece all'importanza dell'intervento di Powell il commissario europeo per l'economia. «Vogliono dire che la sfida della lotta all'inflazione in buona parte del mondo è stata di fatto vinta», ha commentato Paolo Gentiloni.

Le Borse brindano alle parole di Powell. Dopo settimane di incertezza, confermano l'intenzione della Fed di voltare pagina nella lotta all'inflazione dopo oltre un anno di tassi fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da oltre 23 anni.

Attesa ora la Bce

Le piazze finanziarie europee chiudono tutte in rialzo. Avanza decisa anche Wall Street intravedendo l'inizio della fine della politica restrittiva della banca centrale americana e un possibile atterraggio morbido per l'economia a stelle e strisce.

Attesa alla prova dei tassi a settembre anche la Banca centrale europea (Bce). I dati economici sembrano aprire la strada a un nuovo taglio da 25 punti base a settembre, a cui potrebbe seguire uno della stessa entità a dicembre. Per Christine Lagarde e Powell, insomma, un rientro di fuoco dalla pausa estiva in attesa dell'esito delle elezioni americane sulle quali, per il loro impatto, sono puntati gli occhi del mondo.