Anche dopo l'aiuto Le preoccupazioni per Credit Suisse restano elevate

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17.3.2023 - 16:28

Alla luce dei continui e gravi problemi della grande banca, gli analisti bancari dubitano che il Credit Suisse possa continuare il suo corso senza ulteriori correzioni (foto d'archivio)
Alla luce dei continui e gravi problemi della grande banca, gli analisti bancari dubitano che il Credit Suisse possa continuare il suo corso senza ulteriori correzioni (foto d'archivio)
Keystone

L'aiuto di miliardi della Banca nazionale svizzera (BNS) a Credit Suisse ha ridotto solo di poco le preoccupazioni degli investitori sulla grande banca in difficoltà.

17.3.2023 - 16:28

Mentre il corso delle azioni del numero due bancario elvetico scende di nuovo oggi, venerdì, le speculazioni su una sua divisione si fanno sempre più insistenti.

Il prestito di 50 miliardi della BNS, accolto giovedì da Credit Suisse, ha alleggerito la pressione sulla banca, almeno nel breve periodo. Nonostante la grande «pezza» della BNS, le preoccupazioni rimangono, hanno commentato ad esempio venerdì gli analisti della banca d'investimento statunitense KBW. Sul mercato si fa riferimento in particolare alle cifre persistentemente in rosso e al continuo deflusso di depositi e patrimoni dei clienti.

Lo scetticismo degli investitori si riflette anche nell'andamento del titolo Credit Suisse. Dopo il movimento di recupero di giovedì, il corso dell'azione è sceso bruscamente già venerdì: dopo aver aperto sopra i 2 franchi, nel primo pomeriggio era a 1,835 franchi in calo del 9,25%

Ulteriori correzioni

Alla luce dei continui e gravi problemi della grande banca, gli analisti bancari dubitano che il Credit Suisse possa continuare il suo corso senza ulteriori correzioni. Secondo KBW, l'istituto finanziario potrebbe essere costretto ora a procedere a una ulteriore ristrutturazione.

«A nostro avviso, lo status quo non è più un'opzione», ha dichiarato in un commento l'autorevole analista bancario Kian Abouhossein della banca statunitense JPMorgan. Il marchio «Credit Suisse» è ora in uno stato di continua erosione, avverte.

Scissione e vendita?

Per gli analisti di KBW, una scissione della banca e ulteriori vendite di parti dell'azienda sono «la soluzione più probabile». In primo piano vi sono le attività in Svizzera, che sono ancora considerate forti. Gli analisti stimano il valore di questa attività a 10-12 miliardi di franchi in caso di scorporo. Si tratta di una cifra notevolmente superiore all'attuale valore di borsa dell'intero Credit Suisse, pari a circa 7,2 miliardi di franchi.

Tuttavia, anche l'attività di gestione patrimoniale di Credit Suisse resta attrattiva: nonostante i deflussi di patrimoni e le recenti cifre in rosso, gli esperti di KBW vedono per questa un valore di ben 9 miliardi di franchi, anche se una vendita dovrebbe probabilmente avvenire con uno sconto significativo. Gli esperti di JPMorgan sottolineano inoltre la forte performance della divisione nel corso degli anni.

«La palla al piede» sarebbe la divisione Investment Banking (IB), in perdita. I costi elevati per una chiusura completa delle unità IB causerebbero probabilmente qualche grattacapo a un potenziale acquirente della grande banca. Gli esperti di KBW assegnano un «valore negativo» di 11 miliardi di franchi all'attività.

UBS in primo piano

Nelle speculazioni di analisti e media, in primo piano come possibile acquirente almeno di parti di Credit Suisse, vi è la concorrente UBS. Tuttavia un tale passo necessiterebbe il sostegno delle autorità svizzere. A queste ultime preoccuperebbe l'elevata quota di mercato in Svizzera dopo una fusione delle due grandi banche. Inoltre, una fusione in Svizzera comporterebbe probabilmente una massiccia riduzione dei posti di lavoro.

UBS preferisce concentrarsi sulla propria strategia ed è riluttante ad assumere rischi legati al Credit Suisse, ha riferito giovedì sera l'agenzia di stampa statunitense Bloomberg, citando ambienti informati. Il presidente della direzione del numero uno bancario elvetico Ralph Hamers ha detto solo a metà settimana, durante una conferenza finanziaria, che non avrebbe risposto a «domande ipotetiche sul Credit Suisse».

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