ImpreseI prezzi alla produzione e all'importazione aumentano
hm, ats
14.2.2023 - 19:00
Il rincaro registrato a livello aziendale torna ad aumentare, seppur lievemente: in gennaio i prezzi alla produzione e all'importazione sono saliti (su base annua) del 3,3%, a fronte del 3,2% registrato in gennaio. Si tratta del primo incremento dal mese di settembre.
Keystone-SDA, hm, ats
14.02.2023, 19:00
14.02.2023, 19:05
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Il relativo indice calcolato dall'Ufficio federale di statistica (UST) si è attestato a 109,2 punti, con una progressione dello 0,7% rispetto a dicembre, emerge dalle tabelle pubblicate oggi.
Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione – che mostra l'evoluzione dei prodotti indigeni – si è assistito a una crescita rispettivamente dello 0,7% (mese) e del 2,8% (anno), con un indice a 106,5 punti. Nel confronto con dicembre sono diventati più cari in particolare l'energia elettrica, gli orologi, il gas, nonché le forniture mediche e dentistiche.
Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta un incremento rispettivamente dello 0,6% e del 4,3%, con un valore a 114,8 punti. Si è dovuto pagare di più – nel paragone mensile – soprattutto per petrolio greggio e gas naturale, ma anche per i metalli. Prezzi in flessione sono per contro stati riscontati per computer e preparati farmaceutici.
È un dato importante per capire i prezzi di consumo
L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegavano tempo fa gli specialisti dell'UST di Neuchâtel.
Il dato è considerato un indicatore importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.
A titolo di confronto, in Svizzera l'inflazione – è notizia di ieri – si è attestata in gennaio al 3,3%, in netta accelerazione rispetto al 2,8% di dicembre. Va inoltre notato che si tratta del primo incremento dall'agosto 2022, quando era stato toccato il 3,5%, cioè il livello più alto dal 1993.
Le previsioni del rincaro per l'insieme del 2023 avanzate da autorità, banche e istituti vari sono comprese fra l'1,7% e il 2,7%. Per quanto riguarda i dodici mesi successivi le stime si muovono in una fascia fra lo 0,9% e l'1,8%.