SvizzeraPrezzi di produzione e importazione in calo annuo
hm, ats
15.8.2024 - 14:00
Stabilità sul fronte del rincaro percepito dalle aziende, perlomeno a livello mensile: in luglio i prezzi alla produzione e all'importazione sono rimasti immutati rispetto a giugno.
Keystone-SDA, hm, ats
15.08.2024, 14:00
15.08.2024, 14:10
SDA
Su base annua si regista per contro una flessione dell'1,7%, ciò che costituisce il 15esimo arretramento consecutivo, emerge dalle informazioni diffuse stamani dall'Ufficio federale di statistica (UST).
Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione – che mostra l'evoluzione dei prodotti indigeni – si è assistito rispettivamente a una variazione nulla mensile e un calo dell'1,2% annuo. Nel confronto con giugno sono diventati più a buon mercato soprattutto gli orologi; si sono invece fatti più cari i prodotti petroliferi e alcuni articoli elettronici.
Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta un'evoluzione non troppo dissimile: risulta in lieve aumento il dato mensile (+0,1%), mentre in netta flessione è quello in rapporto a luglio 2023 (-2,7%). Si è dovuto pagare di più – sempre nel paragone mensile – per prodotti petroliferi, gas naturale e cacao; prezzi in contrazione sono stati osservati invece per i metalli, gli ortaggi e la frutta.
L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegava tempo fa l'UST. Il dato è considerato un parametro importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.
Come si ricorderà in Svizzera l'inflazione si è attestata in luglio all'1,3%, invariata rispetto a giugno: si tratta di dati in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi della Banca nazionale svizzera (BNS), che l'istituto identifica in un incremento annuo inferiore al 2%. I vari attori economici che pubblicano previsioni sul tema (a titolo d'esempio Seco, Ocse, KOF, Economiesuisse, UBS, Fondo monetario internazionale e altri ancora) pronosticano che nel 2024 il rincaro si attesterà a valori compresi fra l'1,2% e l'1,7%; per quanto riguarda il 2025 le stime si muovono in una fascia fra lo 0,5% e l'1,4%. Nel 2023 l'inflazione si era attestata al 2,1%, l'anno prima al 2,8%, in forte aumento rispetto allo 0,6% del 2021 e al -0,7% (rincaro negativo) del 2020.