Gli economisti«La rendita AVS è da legare al numero di figli messi al mondo»
hm, ats
16.7.2023 - 14:30
La rendita AVS va determinata anche sulla base del numero di figli che un individuo si trova ad avere: è l'idea di alcuni economisti citati dalla «NZZ am Sonntag», alla luce del tasso di natalità sempre più basso in Svizzera.
hm, ats
16.07.2023, 14:30
16.07.2023, 14:57
SDA
Per molto tempo vi era una sorta di stigma per le donne legato alla mancanza di figli, ma ora la situazione è molto cambiata: un cambiamento storico, sostiene l'esperta in scienze sociali Jeannine Hess, citata dal domenicale. «In passato si doveva decidere consapevolmente di non avere figli: oggi, invece, è più frequente che le persone decidano consapevolmente di averne».
Attualmente una donna su quattro non ha figli: due decenni or sono la percentuale era molto più bassa, pari al 17%. La quota inoltre è più alta tra le laureate, dove raggiunge il 30%. «Questo sviluppo riflette la perdita di importanza del modello familiare tradizionale», spiega Valérie-Anne Ryser dell'Università di Losanna, sempre in dichiarazioni alla «NZZ am Sonntag».
La natalità ai minimi storici
La natalità è scesa ai minimi storici: l'anno scorso sono nati solo 1,39 bambini per donna. «Se il tasso rimane a un livello così basso, questo porterà a un significativo peggioramento delle difficoltà di finanziamento del nostro sistema sociale», avverte Veronica Weisser, esperta di previdenza di UBS. Nelle sue previsioni demografiche, il Consiglio federale prevede un tasso di natalità di 1,62 entro il 2050: ma anche in questo scenario, a pagare per un pensionato sarebbero solo due persone che lavorano.
Alla luce di questa situazione alcuni economisti suggeriscono di collegare l'importo della pensione AVS al numero dei propri figli. «Nell'AVS il rendimento dei figli è socializzato, mentre i costi dei figli sono in gran parte sostenuti privatamente», spiega Wolfram Kägi della società di consulenza basilese BSS. A suo avviso una pensione dipendente dai figli non solo sarebbe più giusta, ma migliorerebbe anche la sostenibilità finanziaria dell'AVS.
«Il primo pilastro soffre di un difetto di concezione: ignora il fatto che senza figli non ci saranno pensioni future. Si presume al contrario semplicemente che ci saranno sempre abbastanza famiglie per crescere i bambini e quindi per svolgere un servizio a beneficio dell'intera collettività».
Una rendita dipendente dalla prole? Ha senso
L'idea di una pensione dipendente dalla prole ha senso dal punto di vista economico, conferma il professor Bernd Raffelhüschen, che dirige il centro di ricerca sui contratti intergenerazionali dell'Università di Friburgo in Brisgovia. «Coloro che decidono di non avere figli diventano degli approfittatori del sistema pensionistico: beneficiano di prestazioni alle quali non hanno contribuito quasi per nulla».
Naturalmente la società non dovrebbe permettere la povertà in età avanzata, indipendentemente dal fatto che si siano cresciuti o meno dei bambini, sottolinea l'esperto. «Ma mi sembra giustificato che coloro che si occupano maggiormente della generazione successiva ricevano una compensazione per le spese sostenute».
È vero che i genitori beneficiano di detrazioni fiscali e di assegni familiari sui loro salari. Inoltre, lo stato offre una scuola gratuita, cofinanziata dalle tasse di chi non ha figli. Tuttavia stando agli specialisti questi aiuti non sono sufficienti a compensare gli svantaggi finanziari: secondo il canton Zurigo la spesa per un bambino si aggira tra i 1000 e i 1600 franchi al mese, a seconda dell'età.
L'onere maggiore è il tempo
L'onere maggiore, tuttavia, deriva dall'impegno di tempo, il cui valore è difficile da misurare. I genitori sono costretti a ridurre il proprio carico di lavoro ed eventualmente a rinunciare alle opportunità di carriera.
In uno studio, UBS ha calcolato l'entità di questa perdita nell'arco dell'intera vita lavorativa: «Una coppia media con due figli, al raggiungimento dell'età pensionabile, si trova in una situazione peggiore di ben 1 milione di franchi rispetto alla coppia equivalente senza figli, tenendo conto di prestazioni e sussidi», spiega Weisser.
Ma ogni lavoratore dipendente non si guadagna la pensione AVS versando i propri contributi salariali? «Si tratta di un'idea sbagliata molto diffusa», afferma Kägi. «I nostri genitori ricevono questi contributi come pagamento per averci cresciuto».
Molte persone non sanno nemmeno che l'AVS non consiste in uno, ma in due contratti generazionali. «Il dibattito pubblico verte soprattutto su come finanziare le pensioni dei nostri genitori. Allo stesso tempo, ignoriamo come viene ricompensato il secondo servizio centrale dell'AVS, ovvero l'educazione dei figli».
Una previdenza squilibrata?
Weisser conferma questa valutazione: «La nostra legislazione non tiene conto del secondo beneficio – l'educazione dei figli – e quindi squilibra la nostra previdenza». In questo modo, afferma, l'introduzione dei sistemi di sicurezza sociale ha contribuito alla graduale scomparsa della consapevolezza della società del valore dei figli.
In passato, le donne erano definite principalmente dal loro ruolo di madri, ricorda da parte sua Ryser. La situazione è cambiata con la parità e l'ingresso nel mercato del lavoro. Anche il crescente individualismo e l'invenzione della pillola anticoncezionale hanno favorito la tendenza.
Già in passato, nella prima metà del XX secolo, la mancanza di figli era molto diffusa, ma per ragioni completamente diverse, spiega l'esperta. «All'epoca, molte persone non potevano finanziariamente permettersi di sposarsi. Quindi, a differenza di oggi, l'assenza di figli era più spesso involontaria».