Epidemia e turismo Settore paralberghiero soffre per incertezza su misure Covid

hm, ats

9.12.2020 - 16:00

Gli ospiti prenotano sempre più all'ultimo momento.
Gli ospiti prenotano sempre più all'ultimo momento.
Keystone

L'incertezza riguardo alle restrizioni legate al coronavirus decise dalle autorità sta causando seri problemi al settore paralberghiero.

Lo afferma Janine Bunte, direttrice dell'associazione degli ostelli per la gioventù SJH e numero uno della comunità di interessi Parahotellerie.

Il Consiglio federale ha valutato a lungo il tema e ha preannunciato ieri sera ulteriori misure, ricorda Bunte in dichiarazioni rilasciate all'agenzia Awp. Molti turisti chiedono cosa si possa ancora fare nelle destinazioni di vacanza e che cosa sia ancora aperto. Le numerose regole cantonali rendono però difficile tenere il passo. Di conseguenza le prenotazioni arrivano con un preavviso estremamente breve. «Non sai mai con due giorni di anticipo quanti ospiti avrai in casa: è difficile pensare poi al vitto».

Negli ostelli della gioventù le prenotazioni per dicembre sono di circa il 20% inferiori a quelle dello stesso mese del 2019. I gestori temono però soprattutto gennaio, perché mancheranno le tradizionali scolaresche. Per l'intera stagione invernale i numeri sono al momento del 25% più bassi di 12 mesi prima.

Anche Bed and Breakfast Switzerland (BnB), per bocca della direttrice Dorette Provoost, parla di ospiti ancora esitanti. «I clienti stanno ancora aspettando di vedere cosa succederà». La stessa ritrosia a impegnarsi troppo presto è osservata presso Interhome, che offre appartamenti e case di vacanza. Il Ceo Roger Müller è comunque fiducioso, grazie alla spinta della clientela indigena: nel corrente mese le prenotazioni degli svizzeri sono aumentate del 60%. Per le vacanze di febbraio, invece, la gente aspetta ancora. «Ma verranno: perché la neve è lì», afferma il manager. È in ripresa anche l'interesse degli stranieri, ma il livello è ancora basso.

Per Reka, che mette a disposizione appartamenti per le vacanze, la domanda è stata dapprima superiore a quella del 2019, ma la crescente incertezza delle ultime settimane ha fatto evaporare la progressione realizzata finora. I clienti sono preoccupati per possibili chiusure di comprensori sciistici, spiega il numero uno di Reka Roger Seifritz. Sull'insieme dell'anno le attività di vacanze dell'organismo hanno subito un calo di solo il 5%, con cifre però rosse: la previsione è comunque di tornare in zona utili nel 2021, se non ci sarà un nuovo lockdown.

Il Touring Club Svizzero (TCS) si aspetta addirittura un forte aumento del fatturato l'anno prossimo per i suoi campeggi, che hanno già vissuto un boom l'estate scorsa. Nonostante la chiusura di aprile e maggio quest'anno si sono registrati pernottamenti record. La pandemia ha causato una corsa alle piazzuole per camper e roulotte che dovrebbe continuare, si dice convinto il responsabile del comparto turismo del TCS Oliver Grützner. I campeggi sono stati uno dei pochi segmenti del ramo che hanno potuto approfittare della crisi sanitaria: non solo si vede la luce alla fine del tunnel, si è già usciti dalla galleria e il sole è radioso, ha concluso il manager.

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