Reti sociali Si aggravano le tensioni tra Meta e il governo australiano

SDA

11.3.2024 - 12:00

Meta è finita nel mirino delle autorità australiane.
Meta è finita nel mirino delle autorità australiane.
Keystone

Si aggravano le tensioni tra il governo australiano e il colosso dei social media Meta, proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp.

Il gruppo americano è accusato giorni fa di essersi «sottratto alle sue responsabilità» dopo aver deciso di smettere di pagare gli editori australiani per la ripubblicazione di notizie sui suoi siti.

Citando i risultati del rapporto trimestrale sulle truffe online del sito Scamwatch dell'Australian Competition and Consumer Commission, il vice ministro del Tesoro Stephen Jones ha inoltre accusato Meta di fare troppo poco per reprimere le frodi, mentre i nuovi dati indicano che le persone anziane cadono sempre più spesso vittime di truffatori su Facebook.

Secondo i dati di Scamwatch, le perdite tra gli over 65 sono stimate nel solo 2022 a 3,1 miliardi di dollari australiani (1,8 miliardi di franchi), con un aumento del 57% tra il terzo e il quarto trimestre dello del 2023. «Le piattaforme di social media non stanno migliorando i loro sistemi, e di questo approfittano gli scammer», ha affermato il vice ministro del tesoro.

Il Codice contrattuale per i news media era stato introdotto tre anni or sono come mezzo per obbligare entità come Facebook e Google a compensare gli editori per la riproduzione di notizie. E Meta ha respinto la proposta di Canberra di un codice obbligatorio di settore che imponga obblighi minimi alle piattaforme digitali, banche e gestori di telecomunicazioni.

Meta ha replicato in un comunicato che l'obbligo «a prevenire ulteriori perdite a consumatori colpiti da truffe online» sarebbe impossibile da osservare per le piattaforme digitali, date le maniere con cui i truffatori «evolvono rapidamente le loro tattiche nel tentativo di evadere l'identificazione e permettere la persistenza delle loro attività».