EpidemiaSolvibilità degli svizzeri rimane buona nonostante il covid
hm, ats
25.2.2021 - 15:00
Malgrado il Coronavirus la solvibilità della gran parte degli abitanti della Svizzera rimane buona o molto buona: la maggiore affidabilità, vista nell'ottica dei creditori, è garantita dagli anziani con passaporto elvetico.
Le indicazioni emergono da un'analisi effettuata dal servizio di confronti internet Comparis in collaborazione con Crif, società attiva nel campo dell'azione antifrode, dei controlli di solvibilità e dell'informazione per aziende e privati. I dati si basano sul credit score (punteggio di credito), che serve a valutare l'affidabilità creditizia di ciascun individuo: esso si muove su una scala che va da 250 (rischio di credito elevato) a 610 (molto basso). Ogni 30 punti il rischio diminuisce del 50%. A partire da 450 la solvibilità è considerata buona.
In media il valore dei residenti nella Confederazione nel 2020 si è attestato a 510 punti, allo stesso livello dell'anno precedente. Questo nonostante il fatto che in seguito al coronavirus molte famiglie hanno subito un calo del reddito, sottolineano gli esperti di Comparis in un comunicato odierno.
A raggiungere i punteggi più elevati sono i cittadini con passaporto del Principato del Liechtenstein (515), della Svizzera (511), della Danimarca (506), dei Paesi Bassi (502) e del Regno Unito (501). Anche altri stranieri presenti in forze nel Paese hanno un giudizio elevato: è il caso di tedeschi (499), italiani (485) e francesi (483).
La solvibilità peggiore, letta in base all'età, viene registrata dai portoghesi nella fascia 18-25 anni e dai dominicani di 26-49 anni. Tra gli over 50 sono i cittadini provenienti da Marocco e Serbia ad avere le pagelle meno buone. Gli Svizzeri dominano tutte le fasce di età ad eccezione del segmento 26-39 anni, dove i cittadini con passaporto cinese hanno un'affidabilità creditizia migliore: non è stato possibile individuare i motivi di questo fatto.
In linea di massima si può dire che con il passare degli anni aumenta anche il credit score. Sono infatti gli ultraottantenni ad avere il punteggio più alto, vale a dire 540. «È un dato sorprendente se consideriamo che in quella fascia di età una persona su otto è in condizioni di povertà», commenta l'esperto di Comparis Michael Kuhn, citato nel comunicato. «Evidentemente la maggior parte degli anziani tiene bene sotto controllo le proprie finanze e paga puntualmente le fatture, anche se non ha grandi mezzi a disposizione». A titolo di confronto il punteggio medio dei 18-25enni è di 450.
«Un basso grado di solvibilità comporta svantaggi in molte situazioni della vita», prosegue Kuhn. A seconda del punteggio è infatti possibile ottenere un appartamento in affitto ed è in base a questo dato che si stabilisce il limite di scoperto della carta di credito o se negli acquisti online è disponibile l'opzione «pagamento con fattura».
«Chi ha un reddito basso tende maggiormente a pagare le fatture in ritardo ed è quindi più soggetto a procedure esecutive: e questo peggiora il credit score», spiega lo specialista. Ma la solvibilità non è necessariamente correlata al reddito, «quanto piuttosto alla capacità di tenere sotto controllo le spese», aggiunge. Anche tra i redditi medi e alti si trovano infatti casi di bassa affidabilità creditizia, ad esempio per vari solleciti, e quindi di limitazioni nella vita quotidiana. «Ecco perché conviene conoscere il proprio punteggio e lavorare attivamente per migliorarlo», conclude Kuhn.