Il sondaggio Svizzeri sempre più convinti, l'83% vuole un tetto al salario dei manager

hm, ats

10.11.2023 - 17:00

Lo stipendio di dirigenti quali Sergio Ermotti (UBS) è da tanti anni al centro di accesi dibattiti in Svizzera.
Lo stipendio di dirigenti quali Sergio Ermotti (UBS) è da tanti anni al centro di accesi dibattiti in Svizzera.
Keystone

Aumenta ulteriormente la quota di popolazione che vedrebbe di buon occhio l'introduzione di un limite ai salari dei manager.

Keystone-SDA, hm, ats

L'83% degli svizzeri interpellati nell'ambito di un sondaggio si dice favorevole all'idea, contro una frazione di tre quarti rilevata l'anno scorso.

Il rilevamento demoscopico è stato condotto dall'istituto di ricerca GFS-Zürich per conto della società di consulenza HCM International, che ha oggi diffuso i dati. Sono state interpellate 1000 persone per telefono o online.

Il consenso a mettere un tetto ai maxi-stipendi ha raggiunto il livello più alto dall'inizio dell'indagine sulle retribuzioni, 13 anni or sono: in precedenza i tassi di approvazione non erano mai stati superiori all'80%.

Stando all'indagine non vi è però un'opinione perfettamente condivisa riguardo a dove fissare il limite: la fascia più gettonata è quella fra 500'000 franchi e 1 milione.

Una responsabilità degli azionisti e proprietari di società

La maggioranza degli intervistati (53%) ritiene comunque che il controllo degli stipendi dei dirigenti sia una responsabilità degli azionisti e degli altri proprietari delle società, non un compito dello Stato. Anche questo dato è superiore a quello dell'anno precedente: nel 2022 era al 49%.

È inoltre salita ancora notevolmente (dall'81% a 90%) la richiesta di includere i temi della sostenibilità nella remunerazione dei dirigenti.

«La popolazione svizzera è sempre più convinta che le questioni di sostenibilità non siano sufficientemente prese in considerazione nei modelli retributivi», commenta a questo proposito Stephan Hostettler, Ceo di HCM, citato nel comunicato.

Attualmente comunque già il 46% delle aziende comprese nell'indice azionario SPI tiene conto dei criteri ESG (environmental, social and governance, cioè principi ambientali, sociali e di buon governo d'impresa) nelle proprie decisioni sui compensi.

«Questo potrebbe non essere ancora molto noto al grande pubblico», aggiunge lo specialista.