Turismo Tornano i cinesi, a San Valentino erano sullo Jungfraujoch

hm, ats

27.2.2023 - 10:01

Lo Jungfraujoch era una delle mete privilegiate dai turisti cinesi.
Lo Jungfraujoch era una delle mete privilegiate dai turisti cinesi.
Keystone

I turisti cinesi stanno facendo il loro ritorno in Svizzera, seppure ancora timidamente.

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Lo afferma Urs Kessler, presidente della direzione di Jungfraubahn, l'importante gruppo – quotato in borsa – che gestisce la ferrovia della Jungfrau e diversi impianti di risalita nella regione dell'Oberland bernese.

«Il giorno di San Valentino, le prime 25 persone provenienti dalla Cina continentale sono salite sullo Jungfraujoch», spiega il dirigente in un'intervista pubblicata da Tages-Anzeiger e altre testate sorelle. «I riscontri dal paese asiatico mi rendono fiducioso. Mi aspetto che i primi viaggiatori individuali e altri gruppi tornino a partire dalla fine di marzo. E da aprile vi saranno di nuovo tre voli diretti a settimana di Swiss da Shanghai a Zurigo. Da maggio fino all'estate prevedo un numero rispettabile di ospiti dalla Cina».

Ci sono ancora delle difficoltà

Quindi – chiede l'intervistatore – la pandemia è finita? «Sì, è così», risponde Kessler. «Gli impianti della Jungfrau stanno tornando alla normalità a grandi passi. All'orizzonte si profila una tendenza al rialzo: il 2023 sarà probabilmente un buon anno di transizione e dal 2024 in poi dovremmo tornare al livello pre-crisi».

Non mancano però le difficoltà. «Non ci sono sufficienti voli per trasportare gli ospiti dall'estero verso l'Europa e la Svizzera. Inoltre le ambasciate in Asia non riescono a rilasciare i visti necessari. Infine l'inflazione fa lievitare i costi: i prezzi dei biglietti aerei dall'Asia alla Svizzera sono praticamente raddoppiati.»

«È fondamentale che il settore torni rapidamente in modalità competitiva», prosegue il 61enne cresciuto nell'Oberland bernese. «Il successo di oggi è il pericolo di domani: la pandemia ha portato a un certo compiacimento in molti ambienti. Il turismo ha affrontato bene la crisi, è possibile lavorare da casa, gli ospiti dall'estero e dalla Svizzera stanno tornando, insomma le cose vanno bene».

«Ma proprio questo atteggiamento è pericoloso. Siamo in concorrenza diretta con le destinazioni europee. La qualità e l'innovazione sono richieste. L'inerzia non è di grande aiuto».

Dopo la pandemia addio ai viaggi di gruppo?

La pandemia ha rafforzato la tendenza a viaggiare individualmente. «Mi aspetto che questo sviluppo prosegua», osserva il manager.

«Ma non sarà la fine dei viaggi di gruppo. Non dimentichiamo che in Asia vivono molte persone che non parlano inglese. Per loro le visite guidate e organizzate saranno ancora la prima scelta per le vacanze all'estero, perché dipendono dalle guide. Ma è probabile che i gruppi diventino più piccoli».

Intanto i prezzi per accedere alle piste di sci aumentano. «Importante è l'offerta complessiva», afferma a questo proposito Kessler. «Le condizioni delle strutture devono essere impeccabili e l'accesso alle piste deve essere garantito in ogni momento. È il mercato che decide la soglia del dolore riguardo alle tariffe: gli ospiti degli sport invernali reagiscono in modo sensibile agli aumenti di prezzo», conclude.

La Jungfraubahn Holding in cifre

Jungfraubahn Holding è una società nata – nella sua struttura odierna – nel 1994. La vera e propria ferrovia della Jungfrau è entrata in funzione nel 1912: la stazione sullo Jungfraujoch, a 3454 metri, è la più alta d'Europa.

Il gruppo è a volte anche oggetto di critiche per il suo modello d'affari, che punta a trasportare in montagna masse di turisti asiatici in operazioni che taluni ritengono di «mordi e fuggi».

In borsa il titolo Jungfraubahn è sostanzialmente stabile rispetto a inizio anno, mentre sull'arco di 52 settimane la performance è negativa, pari al -12%, e anche nel confronto con tre anni or sono l'azione ha un corso in rosso, nella misura del 20%.