Banche e giustizia UBS: appello multa miliardaria in Francia, sentenza 27 settembre

hm, ats

24.3.2021 - 16:00

Lavoro delicato per i dirigenti di UBS e per gli avvocati: in gioco vi sono somme enormi.
Lavoro delicato per i dirigenti di UBS e per gli avvocati: in gioco vi sono somme enormi.
Keystone

Bisognerà aspettare il 27 settembre per conoscere la sentenza di secondo grado nel processo in corso a Parigi che vede UBS confrontata con l'accusa di aver aiutato facoltosi clienti francesi ad evadere il fisco.

Keystone-SDA, hm, ats

Al termine dei dibattimenti i giudici hanno infatti oggi fatto sapere che il 28 giugno decideranno sugli aspetti costituzionali legati al caso, per poi dirimere in un secondo tempo le altre questioni.

La grande banca elvetica è accusata di essere andata a caccia di clienti nell'Esagono, fra il 2004 e il 2022, per convincerli ad aprire conti in Svizzera non dichiarati alle autorità tributarie. Gli inquirenti avevano stimato che gli averi celati allo sguardo del fisco ammontassero ad almeno 10 miliardi di euro. Legalmente UBS deve rispondere di fornitura illecita di servizi finanziari a domicilio ("démarchage") e di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale.

Il tribunale penale di Parigi aveva accolto nel febbraio 2019 la tesi della procura: l'istituto allora guidato da Sergio Ermotti si era visto infliggere una multa record di 3,7 miliardi di euro, a cui andava aggiunto un risarcimento di 800 milioni di euro, per un ammontare complessivo di 4,5 miliardi di euro che, al cambio attuale, corrisponde a 5 miliardi di franchi. La società elvetica aveva annunciato ricorso il giorno stesso della sentenza.

Nel processo d'appello – finito oggi: i dibattimenti si sarebbero dovuti tenere nel giugno 2020, ma erano stati rinviati a causa della pandemia di coronavirus – i procuratori si sono battuti per una multa più bassa, di «almeno 2 miliardi di euro». Lo stato francese richiede da parte sua un indennizzo di 1 miliardo.

Gli avvocati di UBS hanno argomentato che gli inquirenti, nonostante le soffiate degli allertatori civici (wistleblower), non hanno mai presentato prove chiare di tentativi sistematici di accaparrarsi clienti francesi da parte di dipendenti della banca. I legali hanno anche sostenuto che le pretese di risarcimento dello stato sono irragionevoli. È stata pure citata una sentenza della Corte di cassazione di Parigi: nel settembre del 2019 i giudici avevano stabilito che i tribunali francesi devono calcolare le multe per frode fiscale sulla base delle tasse evase, e non sull'entità dei patrimoni non dichiarati.

Come noto UBS ha accantonato 450 milioni di euro per far fronte alle conseguenze legali della vicenda. Il caso è seguito da vicino anche da altre banche, perché finora le multe legate a reati fiscali in Europa erano sempre state più basse che negli Stati Uniti e quella inflitta a UBS rappresentava un'eccezione.